ZAMMUTO (CGIL): “TERME, UN CERINO ANCORA ACCESO”
Anche Franco Zammuto e Franco Castronovo, della Cgil, cercano di accendere l’attenzione sulla questione Terme, verso la quale sembra sia calato il sipario in una città sonnacchiosa e rassegnata ormai a vivere un ruolo di comprimario nella società moderna e in una provincia che fino a poco tempo fa la vedeva come realtà in grande ascesa.
“Dopo oltre cinque mesi di lotta, quando il “cerino” è tornato nelle mani di chi l’aveva acceso, quindi ad un passo dalla soluzione, sembra che il problema non esista più. Nessuno chiede come mai il Consiglio di Amministrazioni della Società Terme ci impieghi così tanto tempo a riunirsi per assumere l’ultima delibera che consenta l’avvio dei “mini bandi” per la gestione dello stabilimento, dell’albergo termale con annesse le piscine e il bar? La C.d.L. e la FILCAMS-CGIL ritengono che la metafora del “cerino” sia molto pertinente e calzi a pennello per raccontare in breve la vicenda terme da quando è iniziata ad oggi. Come ogni anno qualcuno diffondeva l’allarme che le terme, per mancanza di finanziamenti da parte “mamma regione”, non avrebbero aperto. I lavoratori, a seguito del campanello d’allarme, avviavano azioni di protesta con il sostegno delle OO.SS. che dopo qualche mese e senza troppo clamore, tutto si risolveva. Questo fino alla stagione 2014. Purtroppo così non è stato per la stagione 2015. Lo stesso “qualcuno”, presidente del Consiglio di Amministrazione Terme, nonché Liquidatore unico delle Terme, Dott. Turriciano, che ogni anno aveva suonato il campanello d’allarme, ripete lo stesso spartito per la stagione 2015. Ma stavolta fa anche di più. Con delibera del Consiglio di Amministrazione, su indicazioni e pareri del Collegio Sindacale (Lui sempre presente), il 6 marzo del 2015, accende il “cerino” e chiude tutte le attività delle terme. Subito dopo passa il “cerino” a “mamma regione”. Dopo cinque mesi di battaglie, incursioni (troppe), viaggi della speranza, proclami, il Governo Regionale approda alle conclusioni e riconsegna nelle mani del C.d.A. della società Terme il “cerino”. Come era normale e logico che fosse! E questo la C.d.L. di Sciacca lo ha sostenuto da sempre. Sarebbe utile e interessante anche raccontare cosa sono stati i cinque mesi di lotta per fare conoscere ai cittadini l’ignoranza e l’indifferenza contrapposta a interessi che regna presso le istituzioni della regione. Ma di questo ci sarà tempo per discutere. A questo punto la C.d.L. e la FILCAMS-CGIL di Sciacca si chiedono: chi ha acceso il “cerino” è forse immune da bruciature? Come mai a due settimane dalle decisioni assunte non si riesce a convocare il C.d.A. per compiere “l’ultimo miglio”. Come mai nessuno più protesta ?”