Wwf in difesa dei ricci di mare: “Pesca vietata a maggio e giugno, non mangiamoli nei ristoranti”
“Pasta coi ricci ? No grazie !”
Così secondo il Wwf Sicilia Sicilia Occidentale si dovrebbe rispondere se nei ristoranti che hanno riaperto dopo l’emergenza propongono questo piatto. L’organizzazione animalista avvia un’azione in difesa dei ricci di mare invitando i consumatori a chiamare la Capitaneria di porto se hanno dubbi sulla provenienza dei ricci. Ricordiamo che “permane il divieto assoluto di cattura di ricci di mare nei mesi di maggio e giugno e che la violazione è punita con una sanzione che va da 1.000 a 6.000 euro”.
Il Wwwf ricorda che il danno che si fa in natura prelevandoli indiscriminatamente non è quantificabile con una semplice sanzione.
Nell’ambito del progetto di tutela del mar Mediterraneo, il Wwf Italia, con la campagna informativa #GenerAzioneMare, mette a conoscenza dei cittadini che il riccio di mare, Paracentrotus lividus, è sottoposto a un prelievo indiscriminato, per questo motivo la sua raccolta è regolamentata da un decreto ministeriale che ne disciplina i tempi e le modalità sia per la pesca professionale che sportiva.
I ricci di mare infatti, essendo degli attivi brucatori, rivestano un importante ruolo ecologico nel delicato equilibrio dell’ambiente marino: una diminuzione della popolazione di questi echinodermi può portare a una proliferazione algale, così come una loro sovrappopolazione può portare a fondali poveri di vegetazione (barren sites), con conseguente scomparsa di biodiversità.Prelevarli quindi si tratta di un vero e proprio “crimine di natura”.
A tal fine ogni anno a maggio e giugno, periodo di riproduzione, ne è vietata la pesca, la vendita e il consumo.