Editoriale di Filippo Cardinale

 

E’ la prima volta – da quando è nato il Corriere di Sciacca online, nell’ottobre 2010- che utilizziamo il siciliano nel comporre un titolo. Ma l’occasione è ghiotta e non ne possiamo fare a meno. Se la situazione delle terme non fosse così drammatica, potremmo anche prenderla come una commedia leggera, comica, divertente. Tutt’altro, invece. Viene da piangere, di gettare la spugna e chiuderla qui.

E’ dal 2005 che il sottoscritto si occupa della vicenda Terme, con miriadi di articoli di denuncia. Undici anni che non possono essere messi da parte con un’azione che sa di vigliaccheria. Pur di fronte ad un profilo tragico della situazione che riguarda la nostra risorsa termale, non ho potuto fare a meno di ridere, ridere, ridere, ascoltando un’intervista del deputato regionale grillino che riferiva di un interessamento di uno sceicco alle Terme. Fatto questo, ben inteso, riferito a Mangiacavallo dalla superpagata dirigenza regionale. Fatto a cui, lo stesso Mangiacavallo, ha dato la credibilità che si dà ad n copione carnascialesco.

Nasce, dunque, la ragionevole certezza che alla Regione considerano i saccensi come bambini ai quali proporre il giochino infantile di una volta: vola vola lu sceccu. In sostanza, si elencavano una serie di animali e si dovevano battere le mani in funzione della loro capacità di volare. Immancabilmente, nel ventaglio degli animali elencati veniva inserito l’asino. Vola vola lu sceccu, frase alla quale spesso, per la premura, l’infante batteva le mani.

Oggi, i tempi sono cambiati, e per indurre i bambini a sbagliare battendo le mani non viene usato più il lavoratore instancabile quale lu sceccu. Al posto del quadrupede dalle orecchie lunghe, qualche dirigente superpagato della Regione tira fuori lu sceiccu. Lo tira fuori per dimostrare che le terme rappresentano una risorsa appetibile.

Sceccu è, invece, quel burocrate e quel dirigente che non crede nella vera risorsa delle terme e perde tempo gettandola nel degrado. E’ il vero sceccu, con l’aggravante, però, che non paga per i danni che perpetra ai danni della cosa pubblica, prende un super stipendio, e si gode una copiosa pensione.

Alla Regione pare di moda citare un fantomatico sceicco che di volta in volta è interessato a qualcosa. Un argomento che sembra essere utilizzato per indurre i bambini a sognare. Ma mi sa che più che di uno sceicco si tratti di un palermitano “ncarcatu” che lo si porta in giro obbligandolo a non aprire bocca. Pare che lo abbiano visto mangiare il panino cu la meusa.

Ora, a noi del Corriere di Sciacca non piace essere presi in giro. Dunque, non crediamo allo sceicco, abbiamo forti perplessità che le terme riaprano quest’anno. Attendiamo, desiderosi, di essere smentiti con i fatti.

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