VITO BONO VS PIPPO TURCO: INIZIA IL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE

Stamattina la prima udienza. Ma Turco deve vedersela anche con un processo intentato dalla ditta Bollara e che inizierà il 20 dicembre

Dall’aula consiliare all’aula giudiziaria. Il dibattito politico si trasforma in dibattimento processuale. L’ex sindaco Vito Bono contro l’ex consigliere comunale Pippo Turco.

L’ex sindaco aveva querelato Pippo Turco per diffamazione. La vicenda era approdata nell’ufficio del giudice di pace, ma poi l’avvocato Enrico Di Benedetto, difensore di Vito Bono, ha evidenziato alla Procura che la querela contempleva reati plurimi di diffamazione con l’aggravante dell’eco prodotta dalla ripresa televisiva in diretta della seduta consiliare, divenuta campo di battaglia tra Bono e Turco.

E così lo scenario giuridico si è trasferito al Tribunale, dinanzi il giudice monocratico.

Ma quali sono le diffamazioni che saranno dibattute nell’aula giudiziaria?  Sono tre le questioni. La prima riguarda “la iella” che secondo Turco avrebbe diffuso l’ex sindaco Vito Bono. L’ex sindaco si trovò ad affrontare, dopo il suo insediamento, una serie di emergenze, tra cui la frana di piazzetta Libertà. Turco, nel suo intervento in consiglio comunale avrebbe detto: “lei porta iella, signor sindaco”. 

La seconda questione riguarda l’epiteto “coniglio”. Sempre in Consiglio comunale, un’altra seduta, Turco apostrofò l’ex sindaco Bono: “Sindaco non faccia il coniglio, non fugga”. La frase si riferiva al fatto che quando in aula consiliare interveniva Turco, l’ex sindaco Bono lasciava l’aula.

Terzo episodio. Si riferisce al pagamento del debito fuori bilancio riconosciuto alla ditta Bollara. Debito che, per amore della verità di cronaca, era stato riconosciuto. Vi era anche un decreto ingiuntivo esecutivo. Nel suo intervento, Turco avrebbe fatto emergere che la società Bollara avrebbe beneficiato della parentela col sindaco (il titolare è suocero di Vito Bono) per farsi liquidare quanto dovuto.

Il pubblico ministero nel processo che inizia oggi è Michele Marrone.

Ma c’è anche un’altra causa a carico dell’ex consigliere comunale Pippo Turco. La prima udienza inizia giorno 20 dicembre. E’ quella promossa dalla ditta Bollara, appunto per la frase pronunciata davanti le televisioni da parte di Pippo Turco e relativa al debito fuori bilancio vantato dalla medesima ditta nei confronti del Comune.

Ma la vicenda giudiziaria non è finita qui. Vi anche una terza causa in corso, stavolta dinanzi il giudice di pace. I capi di imputazione sono di ingiuria e minacce. Ci sono testi eccellenti quali i consiglieri comunali Paolo Mandracchia e l’assessore Gianluca Guardono e Silvio Caracappa, all’epoca dei fatti consiglieri comunali.

Pippo Turco è difeso dagli avvocati Tricoli e Miceli del Foro di Palermo.

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