VISITA ARMAO: ALTRI 9-12 MLN PER COMPLETARE IL TEATRO SAMONA’. MANCANO ANCORA 3/5 DELLE OPERE PREVISTE
Il rappresentante del governo regionale ha effettuato il sopralluogo e parlato delle prospettive. C’era anche Mannino
L’assessore regionale all’economia non ha potuto che confermare quanto già la stampa aveva anticipato: i lavori ormai in fase di ultimazione al teatro Samonà, non consentono l’utilizzo della struttura. Occorrono altri 9 milioni di euro per avere il teatro completo, un impegno finanziario notevole che incrementa la quantià di soldi investiti per un’opera sovradimensionata rispetto alle attese del territorio.
Cos’ì come, l’edificio potrebbe già avere un utilizzo, ma non potrà essere pronto per la prossima estate, ed in ogni caso poi è bene chiarire gli aspetti legati alla gestione. Insomma, il teatro popolare voluto dalla politica regionale negli anni 70 conferma un’idea di spazio culturale spropositata che ha richiesto decine di anni di lavori, investimenti e che adesso apre le porte a prospettive che impegnano le autotirà comunali a fare precise scelte.
Nel corso del sopralluogo, Armao è accompagnato dai tecnici della Regione, della ditta che esegue i lavori, dal sindaco e alcuni assessori e consiglieri.
Il teatro Samonà suscita, comunque, due sensazioni: una di piacere, l’altra di disgusto. La democrazia è bella perché ognuno esprime la propria opinione. C’è chi è affascinato dalla struttura partorita dal professore senatore Giuseppe Samonà, un’esplosione di cemento armato e pilastri in ferro, in un’ottica di un palcoscenico rivolto a due platee. C’è chi, invece, rimane scioccato dall’intrusione di un ammasso di cemento e ferro prepotentemente immesso in un contesto di inaudita bellezza paesaggistica, in contrasto tra la struttura monumentale medievale del San Francesco, e la struttura termale del ventennio. Il contrasto appare più evidente quando a fare da sfondo c’è il verde del parco delle terme e l’azzurro del mare Mediterraneo.
La struttura teatrale doveva amalgamarsi col contesto, ma in realtà sembra cozzare inesorabilmente. Forse bisogna risalire all’origine del progetto, frutto di una sintesi tra l’idea dell’architetto “comunista” Giuseppe Samonà e quella del democristiano e giovane prodigio della politica Lillo Mannino.
E’ una chicca che ha raccontato lo stesso senatore Mannino, nel corso della conferenza stampa. “Dalla metà dell’ottocento e fino alla vigilia della seconda guerra mondiale, Sciacca aveva il teatro Rossi. La gente amava la musica, le opere. L’idea mia era quella di dare vita ad un teatro dove dominasse la musica, la rappresentazione. L’idea di Samonà, invece, era quella di un teatro popolare, un luogo di assemblee popolari. Dissi di no”. Molto probabilmente ne nacque una sorta di compromesso. Del resto, politicamente era il tempo delle “convergenze parallele”, del “compromesso storico”.
Samonà progetta un teatro con al centro un palcoscenico a beneficio di due platee. Rimase, dunque, l’idea di due piazze con un protagonista al centro. E’ come se il palcoscenico servisse ai protagonisti di idee contrapposte e lo loro idee fossero misurate da due platee contrapposte. L’idea del palcoscenico al centro di due platee è rimasta. Ci viene difficile comprendere la funzionalità di una rappresentazione teatrale con scenografie statiche.
Ma al di là degli aspetti tecnici e scenici, che saranno (forse) risolti dalle compagnie teatrali, la realtà del completamento del teatro “è un orizzonte che appare ancora molto lontano”, chiarisce subito l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. “E’ comunque importante aprire il teatro, anche se in forma ridotta. Una struttura teatrale non può rimanere chiusa, muore, non si recupera più”.
L’assessore Armao non nasconde affatto la realtà. “Per completare il teatro occorrono altri 9-12 milioni di euro. Cifra che attualmente non è disponibile”.
La progettazione della struttura teatrale risente del tempo. Quando fu progettata e costruita non vi erano tutte quelle rigide (e giuste) norme sulla sicurezza. Dunque, uno dei compiti principali da espletare da parte del capo gruppo dei progettisti, che hanno curato questa fase di lavori, è stato quello di adeguare un progetto, una struttura, alle esigenze delle normative moderne.
“Non è stato semplice- ha chiosato il professore Iano Monaco- progettista- riprendere un progetto che non prevedeva l’adeguamento alle norme di sicurezza. In ogni caso, il lavoro che ormai è stato completato permette alla città di fruire di una parte del teatro, la più importante. Se il teatro fosse rimasto chiuso, si rischiava di perderlo per sempre”.
Mancano ancora dei soldi per completare il palcoscenico e l’acquisto delle poltrone. Armao ha promesso un impegno finanziario che dovrebbe essere ufficializzato stasera al sindaco Fabrizio Di Paola, un finanziamento, appunto, per acquistare il parquet e le poltrone.
Il sindaco Fabrizio Di Paola si è prodigato a ringraziare l’assessore Armao e ha promesso uno sforzo comunicativo particolare destinato alla città. “I cittadini imparino a sentire proprio il teatro”. E a questo scopo, sarà tolta la cancellata. Il teatro sarà circondato da una piazza e da un giardino. Un invito a “viverlo” anche al di là delle rappresentazioni. Speriamo che la “piazza del teatro” non diventi una zona parcheggio selvaggio e un deposito di lattine e bottiglie.
Infine, una considerazione. Il teatro Samonà non è solo teatro. Abbiamo scoperto, stamattina, che ormai è diventata “una macchina di rapprsentazione”. Insomma, al Samonà si può fare di tutto. Da convegni, a mostre, da riunioni a teatro, da balli a concerti.
Per completare l’opera bisogna ancora avere soldi disponibili per camerini, cameroni, garage, Torre conica, e altro ancora. mancano ancora da completare i tre quinti dei lavori previsti.