Vincenzo Costa si è dimesso. E’ coinvolto in un’indagine della Dda
“Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Rimango consigliere comunale da indipendente rivestendo il ruolo, che reputo sacro, sancito dal mandato elettorale ricevuto”. Dura replica ai 12 consiglieri che lo invocavano a mettersi da parte
RIBERA. La comunicazione ufficiale di avere rassegnato le dimissioni, il presidente del civico consesso Vincenzo Costa, coinvolto nella recente indagine della Dda che ha intercettato suoi colloqui con il presunto capomafia Domenico Friscia, la fa con una nota stampa nella quale contesta i contenuti della nota con cui ieri alcuni consiglieri comunali lo invocavano a fare questa scelta. Costa si dice stupito dal fatto che tale richiesta non è stata indirizzata alla Presidenza del Consiglio Comunale ma soltanto inviata alla stampa.
“Non mi dimetto certo a seguito della loro improvvida sortita – dice – lo faccio poiché, dopo aver letto la nota a firma di 12 consiglieri comunali, molti dei quali, privatamente, mi avevano espresso ben altre considerazioni rispetto alla posizione assunta, poi, pubblicamente), ritengo io di non poter continuare a rappresentare anche chi assume le sembianze di Giano bifronte”.
Si dice poi basito rispetto ad alcuni aggettivi utilizzati nella nota dai consiglieri: “Lo hanno fatto credo inconsciamente, così come paradossale appare il riferimento ad “eventuali profili di responsabilità penale, che possono non sussistere” ma che, invece e chissà perché, si trasforma (per mera convenienza politica) in una anticipazione di giudizio di colpevolezza contrario ai principi basilari della nostra Costituzione. E’ una anticipazione di giudizio (di colpevolezza) – scrive Costa – a carico di chi non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia”.
Per l’ormai ex presidente del consiglio comunale di Ribera, i consiglieri avrebbero potuto dimostrare in altre circostanze che, invece, hanno visto esporsi pubblicamente soltanto me (sul dilagante consumo di stupefacenti in città, sui proiettili lasciati nei pressi degli Uffici Giudiziari di Sciacca, sulle intimidazioni ad Amministratori di Comuni vicini, ecc)”.
E conclude evidenziando di avere ricevuto centinaia le attestazioni di stima, fiducia, apprezzamento incondizionato ed incoraggiamento a proseguire l’attività politica da parte di comuni cittadini. “Io continuerò a svolgere attività politica – conclude – da indipendente, rivestendo il ruolo, che reputo sacro, di consigliere comunale nell’esclusivo interesse della comunità e secondo il mandato elettorale ricevuto”.