VILLAGGIO DELLA PIZZA, NESSUN PROBLEMA: SI FA CON PIZZAIOLI NAPOLETANI E SACCENSI
A volte c’è il gusto, in questa città (fortunatamente per opera di pochi), di farsi del male a ogni costo. E nel sentire vola vola lu sceccu, taluni battono subito le mani.
Il carnevale di Sciacca, almeno quello parlato, quest’anno è ricco di voci che, fortunatamente sono minoritarie, tendono a far spiccare l’animo indistruttibile dello scontro medievale dei Luna e dei Perollo che domina sovente nella nostra Città.
Sembra di assistere alla rappresentazione della canzone di Antoine e Pieretti: “Le pietre”. Recitava così, qualunque cosa fai, semprte pietre ti tireranno . E così, se si fa il villaggio della pizza si scatenano voci incontrollabili, se non fi fa, invece, si scatenano o stesso.
Come se il carnevale dipendesse dalla pizza! Il villaggio della pizza si fa, alla faccia di chi spera che il carnevale riesumato possa fallire. Ognuno gode come crede opportuno. Liberare la mente da macigni di basso livello culturale, però, sarebbe salutare. Non solo per la Città, ma per gli stessi indomabili corvi che gettano iella dovunque.
Al villaggio della pizza si potrà ammirare l’arte dei saccensi e dei napolitani. Insieme per la delizia del palato.
Il carnevale si è fermato per due anni. Grazie alla svolta voluta dall’Amministrazione comunale si è espletato un bando pubblico per l’affidamento della gestione e organizzazione. Ha partecipato una sola società. Una di Napoli che, tra l’altro, ha organizzato parecchi eventi di caratura internazionale.
Nessuno, oltre alla società napoletana, ha partecipato. E’ colpa della società napoletana? Perchè gli irriducibili corvi saccensi non criticano lo scarso senso imprenditoraile locale, provinciale o siciliano? Se non avesse partecipato la società napoletana, oggi Sciacca vivrebbe nel silenzio assoluto e con la prospettiva di un altro salto dell’edizione del carnevale.
Forse ai corvi saccensi sarà sfuggito un particolare: il privato investe con l’obiettivo del ritorno dell’investimento, profitto incluso. Fa senso cogliere, in questi giorni, elementi che fanno apparire Sciacca come un piccolo centro di provincia. Ci si aspetta che la città compia un passo in avanti, invece, lo compie all’indietro. Fortunatamente, i corvi sono una piccolissima minoranza. Qualcuno, in particolare, sembra aver smarrito anche il senso della misura, della logica, della ragione. Come se fosse, in buona sostanza, rimbambito.