VICENDA TAMOIL. LA SENTENZA UNA LEZIONE PER MATRICOLE
Editoriale di Filippo Cardinale
La sentenza della seconda Sezione del Tar di Palermo, del 14 novembre 2012 e depositata in cancelleria il 29 novembre 2012, contiene una motivazione che si trasforma in sberle a chi ha condotto il Comune in un tunnel costoso e pieno di errori.
Errori che denotano anche una superficialità disarmante che ha reso fragili le procedure a sostegno di atti insensati. Ho letto raramente una motivazione di una sentenza così chiara, e nello stesso tempo così dura negli aggettivi attribuiti ai responsabili produttori di atti bocciati ripetutamente dalla magistratura amministrativa.
Ci sono dei passaggi, nella motivazione, che sono a tratti sarcastici nei confronti degli atti prodotti e che sono stati oggetto dei ricorsi. La magistratura amministrativa sorride anche rispetto alla testardaggine di un Comune che ben due volte disattende la sentenza del Cga.
Abbiamo pubblicato per intero la sentenza affinché ogni lettore possa capire direttamente. Su un fatto sentiamo, però, di essere chiari. Il danno economico che subirà il Comune non può essere fatto pesare sui contribuenti saccensi. L’Amministrazione faccia pagare con le proprie tasche chi ha sbagliato.
L’assalto della Tamoil Spa sarà devastante dal punto di vista della richiesta del risarcimento del danno. Da cinque anni attendono di poter continuare un’attività che produceva reddito in piazza Porta Palermo.
Ci piacerebbe, per il momento, comprendere quale sia il punto di vista dell’attuale Amministrazione. Se, cioè, intende mettere un punto fermo alla questione, oppure replicare gli errori. Del resto se errare è umano, perseverare diventa diabolico.