VICENDA FOCE DI MEZZO, ANDARE FINO IN FONDO. LO STRANO MISCUGLIO TRA GIRGENTI ACQUE E CONSCOOP. L’ANOMALIA DEL DIVIETO DI BALNEAZIONE
Ho sentito più volte il dovere civile di intervenire, su questa testata giornalistica, in merito a problematiche ambientali, per la doppia considerazione della elevata rilevanza di questa tematica sullo sviluppo futuro della città e, purtroppo, per la ricorrente ignoranza delle situazioni, dei luoghi e delle normative con cui l’argomento viene affrontato.
Anche questa volta la notizia dell’ulteriore guasto al depuratore, che ha causato l’inquinamento del torrente Foce di Mezzo, mi spinge ad intervenire per chiarire alcuni aspetti della vicenda che, dalle notizie giornalistiche fin qui diffuse, non appaiono sufficientemente chiariti. Intanto mi stupisce la notizia che l’inquinamento causato dalla rottura abbia spinto la amministrazione comunale ad emettere ordinanza di divieto provvisorio di balneazione in corrispondenza della foce del torrente Foce di Mezzo.
Mi permetto di ricordare che l’art. 10 della legge regionale 27/86, che disciplina gli scarichi delle pubbliche fognature, testualmente recita:” Gli scarichi disciplinati dal presente articolo, fermi restando i limiti fissati dalla tabella 5, qualora sussistano motivi di tutela della salute pubblica, della balneazione e della mitilicoltura, devono essere allontanati, dopo la depurazione, mediante apposite condotte sottomarine di allontanamento.”
L’evidente assenza di un condotta sottomarina di allontanamento, alla luce di tale disposto, impone come logica conseguenza che, benché i reflui siano correttamente depurati, il divieto di balneazione debba essere imposto permanentemente nelle aree circostanti la zona di foce. Meraviglia pertanto che ciò non sia stato fatto e che si imponga solamente un divieto provvisorio in occasione del guasto, in aperta violazione di legge e con grave rischio per la salute dei bagnanti.
Altra, e forse più grande meraviglia desta il fatto che un guasto, che da circa un mese affligge l’impianto di depurazione, non venga immediatamente (nel giro di qualche ora) rilevato dal gestore (in questo caso lo strano miscuglio tra Girgenti Acque e la Ditta Conscoop realizzatrice dell’impianto) e che si debba attendere che le lamentele dei cittadini raggiungano l’esasperazione, travolgendo finalmente le assicurazioni di perfetto funzionamento fin qui fornite.
Mi permetto di sottolineare che Girgenti Acque, nella qualità di gestore di un servizio, ha l’obbligo della stretta e continua sorveglianza del sistema di depurazione e che la omessa o gravemente ritardata rilevazione di un guasto, peraltro di elevata rilevanza ambientale, costituisce conclamata violazione degli obblighi di gestione. È appena il caso di sottolineare, peraltro, che la diminuita portata dell’effluente depurato, come in questo caso, ed anche nel precedente verificatosi tempo fa alla foce del Cansalamone, si tramuta, nei fatti, in una diminuizione dei costi di gestione, con un illecito arricchimento del gestore a danno dei cittadini oltre, naturalmente, al danno ambientale emergente. È strano che la politica cittadina, sempre così attenta a cogliere e commentare ogni più piccola sfumatura nella gestione amministrativa della città, non si accorga della enormità di una simile problematica. Veramente strano!
Giuseppe Di Giovanna