VIADOTTO CANSALAMONE: DITE LA VERITA’

Soffre problemi strutturali. L’ingabbiamento del pilone doveva essere temporaneo, con un monitoraggio continuo e un transito non superiore a 3 tonnellate”. Sono passati oltre 10 anni.

I centomila euro necessari al ripristino del viadotto Cansalamone non riguardano il rifacimento del guard rail, cifra che, in verità, è apparsa a tutti esagerata. Quella somma necessita per un intervento manutentivo più radicale del viadotto. Ma siamo certi che si tratta solo di “spiccioli” perché il viadotto necessiterebbe di un intervento molto più radicale e che assorbirebbe oltre il milione di euro.

Quando è stato effettuato il sopralluogo, a seguito dell’incidente avvenuto nelle prime luci del 23 luglio, dal quale uscirono miracolosamente illesi due giovani, sarebbe stato percepito subito lo stato generale del viadotto piuttosto precario. Si sarebbe compreso, nelle ore successive, che il ricollocamento delle nuove barriere non era compito facile. Esso comporta di intervenire su parti del viadotto in cemento armato che presentato chiari e preoccupanti segni di vulnerabilità e fragilità. Il viadotto è stato riaperto al traffico, dopo lamentele di cittadini, collocando un semaforo e istaurando il senso alternato.

La soluzione, più che tecnica, parrebbe essere stata assunta per sedare le lamentele e per non creare “imbuti” al traffico proprio nel periodo clou dell’estate, e cioè Ferragosto. Già nei giorni scorsi, il consigliere comunale Michele Patti, denunciò una circostanza grave. Egli scrisse all’amministrazione che far sostare sul viadotto, quando il semaforo è rosso, veicoli avrebbe “caricato” il viadotto di un peso assai superiore a 3 tonnellate, innalzando, di fatto, il rischio di un viadotto che necessita di intervento manutentivo serio.

Quel segnale di transito di veicoli che non devono superare un carico di 3 tonnellate (un furgoncino) non si trova lì per caso. Tutt’altro. Bisogna risalire ai tempi in cui era sindaco Ignazio Messina. Verso la fine del suo mandato, il primo pilone del viadotto (inizio con direzione verso Foggia) accusò un grave evento che si rivelò di carattere strutturale. Il Viadotto fu chiuso. Poi, sotto la sindacatura di Ignazio Cucchiara, che in campagna elettorale assunse l’impegno di aprire il viadotto, lo stesso fu aperto in seguito alla decisione di “ingabbiare” il pilone. Ancora oggi lo è. Un tecnico disse che l’evento accaduto al pilone era dovuto ad una “dilatazione”, un altro tecnico (ingegnere capo) disse, invece, che si trattava di una causa ben più grave e di carattere strutturale.

Fu chiamato il professore Mancuso, luminare dell’Università di Palermo, il quale confermò quanto detto dall’ingegnere capo. Il luminare di Palermo, nella sua relazione, avrebbe consigliato di provvedere radicalmente. Ma i tempi non lo avrebbero consentito e in alternativa e in maniera limitata nel tempo, avrebbe prescritto di “ingabbiare il pilone”, fare attorno alla base un intervento di sostegno, monitorare costantemente il pilone, limitare il carico veicolare sul viadotto a massimo 3 tonnellate. Era ancora sindaco Ignazio Messina, quando l’allora assessore regionale Giovanni Manzullo si impegnò a finanziare 500 milioni di vecchie lire per intervenire sul viadotto. Poi, una crisi di governo, disperse l’impegno.

Il resto della cronologia è ben saputa. Nulla è stato fatto in seguito, nessun intervento manutentivo è stato effettuato, e molto probabilmente il monitoraggio del pilone è rimasto nel dimenticatoio. L’indicente dello scorso luglio, ha destato la precaria situazione del viadotto dal sonno. Centomila euro di cui ha parlato il sindaco, quasi sicuramente, non sono sufficienti. Molto probabilmente serve una cifra di gran lunga superiore. Del resto, appariva strana che per sistemare il guard rail necessitavano 100 mila euro.

Adesso è il tempo della verità. Il sindaco dica la verità e assuma il coraggio delle scelte consequenziali soprattutto per non mettere a repentaglio l’incolumità pubblica e si adoperi per reperire le somme necessarie per un intervento risolutorio.

Intanto, l’assessore alla Polizia Municipale e vice sindaco Cramelo Brunetta scrive al dirigenteSettore Lavori Pubblici Ing. Giovanni Bono, al dirigente Polizia Municipale avv. Francesco Calia, al Sig. Sindaco Dott. Vito Bono, al Presidente del Consiglio Comunale Sig. Bellanca Filippo, all’Assessore ai Lavori Pubblici Dott. Vincenzo Fazio e all.Assessore al Bilancio
Dott. Fabio Leonte, invitando gli Uffici di competenza “ciascuno per la parte di rispettiva competenza,  a voler verificare, con la sollecitudine che il caso impone, se le prescrizioni imposte con ordinanza n. 58 del 03.08. 2011, siano sufficienti ad assicurare le condizioni di sicurezza”.

La settimana cruciale di Ferragosto è passata, adesso più di ogni altra cosa è prioritaria la sicurezza della collettività, a prescindere da qualche lamentela.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca