VIA CRONIO, LA RIPARAZIONE E’ COMPITO DEL COMUNE. DOPO UN ANNO ANCORA NULLA

Tanto va la gatta alla diffida che ci lascia lo zampino. Cambia l’oggetto della ricerca del grazioso felino, ma ci piace prendere il noto detto e modificarlo un po’ per sposarlo con la realtà della via Cronio.

Tutti i saccensi conoscono da un anno quel cedimento della trafficata arteria cittadina. Cedimento che ha creato una vistoso cratere, subito circondato dall’immancabile transenna. Oggi, la transenna ha assunto il ruolo di medico. Solo che la patologia non viene curata, viene prestata delle primissime cure e poi abbandonata al destino. Ma anche alle diffide. Ma, prendendo a prestito ancora un altro detto e apportando una leggera modifica, possiamo scrivere che non tutte le diffide riescono con il buco.

Narriamo ai nostri lettori la vicenda, documentandola con le carte. Ma la domanda appare assai spontanea: può un Comune avere la presunzione di gestire la valorizzazione delle terme quando, invece, dimostra di essere inerme, per un anno, rispetto ad un banale cedimento del manto stradale?

Si parte con la diffida, che poi si trasforma in un boomerang che va a cozzare sulla testa del Comune nel suo ruolo di lanciatore. In questo caso non molto provetto.

Oltre un anno fa, esattamente il 18 agosto del 2017, viene effettuato un sopralluogo sul cedimento di un tratto della via Cronio, individuato con l’incrocio di via Tripoli. Il sopralluogo viene svolto con il tecnico del Comune, geometra Licata, e i tecnici della Girgenti Acque, fra cui l’ingegnere Francesco Barrovecchio,  i geometri Lentini e Patti.

Viene stilato un verbale (che alleghiamo) in cui viene appurato che il cedimento stradale risulta a valle della condotta di collegamento tra la caditoia a nastro posta sulla via Tripoli e il collettore principale di via Cronio. Tale collegamento risulta palese che è disconnesso dalla fognatura principale, provocando una erosione del sottofondo stradale di via Cronio, con evidente avvallamento.

Nel verbale viene evidenziato e sottoscritto anche che la gestione della acque bianche esula dalla competenza del gestore del Servizio Idrico Integrato, pertanto il Comune, competente per la gestione delle acque bianche deve provvedere al rifacimento dell’allaccio tra la caditoia stradale e la fognatura principale.

Tale precisazione è anche condivisa dal geometra del Comune.

Nonostante ciò, dal Comune parte la diffida, in data 19 settembre 2017, protocollo n. 79315. Il Comune diffida la Girgenti Acque a ripristinare il cedimento in questione.

Ovviamente, il gestore del Servizio Idrico Integrato risponde a tamburo battente, inviando, in data 20 settembre 2017, il riscontro al legale che inviato la diffida per conto del Comune, al sindaco, al dirigente del settore Lavori Pubblici e all’Ati. Nel riscontro della Girgenti Acque (allegato all’articolo) si ribadisce quanto riportato nel verbale del 18 agosto 2017, ribadendo che è onere del Comune provvedere alla sistemazione del tubo di allaccio alla caditoia stradale a nastro con il collettore fognario principale e, successivamente, al ripristino della pavimentazione stradale.

Dopo oltre un anno, quel cedimento è sempre lì, a bella vista, incluse transenne. Un anno è parecchio, ma soprattutto evidenzia come il cambiamento rimane un concetto astratto.

Filippo Cardinale

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