Via al processo per la morte del sambucese Leo D’Amico, travolto durante tappa del Giro d’Italia
SAMBUCA DI SICILIA. Scontro di perizie tra parte civile e difesa dell’imputato relativamente all’udienza preliminare a carico del 72enne Gaetano Agozzino, accusato di aver investito con la propria auto il motociclista Leonardo D’Amico, 48 anni di Sambuca di Sicilia, durante una tappa del Giro d’Italia, ad Agrigento, nel 2018, D’Amico che è poi deceduto dopo quasi un mese di agonia.
La parte civile, ossia Aldo Rossi che rappresenta i familiari della vittima, ha depositato la consulenza tecnica di parte, mentre il legale dell’imputato, Gaetano Agozzino, adesso chiede un margine di termine per poter visionare meglio questi nuovi atti e decidere se confermare o meno la strategia processuale del giudizio abbreviato. La decisione dovrebbe essere presa nel corso dell’udienza già fissata per il prossimo 9 dicembre. Ieri mattina il primo passaggio celebrato dinanzi al Gup Alessandra Vella.
Gaetano Agozzino è accusato di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo avrebbe travolto e ucciso con la sua Fiat Stilo Leonardo D’Amico, agente di commercio. L’incidente è avvenuto, nei pressi di contrada Maddalusa, il 9 maggio del 2018 in occasione della tappa agrigentina del Giro d’Italia di ciclismo. L’anziano, secondo quanto ipotizza la Procura, avrebbe violato l’ordine degli addetti dell’Anas, che gli avrebbero imposto di non passare perché si sarebbe trovato davanti la carovana di auto e bici al seguito della tappa, avrebbe rimosso le transenne e investito la moto di D’Amico che sopraggiungeva fatalmente in quel momento. Il motociclista morì dopo più di tre settimane di agonia.