Verso le elezioni, corsa al civismo e classe dirigente “diversamente giovane”
SCIACCA. Una corsa esasperata al “civismo” come soluzione di tutti i problemi e una politica che non riesce a rinnovare la propria classe dirigente: sono questi gli aspetti che più emergono in questo avvio di campagna elettorale per le elezioni comunali di Sciacca.
Uno sguardo attento ai movimenti in atto nella prima fase della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Sciacca ci porta a fare un paio di considerazioni.
Rispetto alla diffusa opinione che la città negli ultimi decenni ha fatto passi indietro, perdendo il ruolo dei capofila del territorio che gli spetterebbe di diritto e perdendo forse anche autorevolezza politica in ambito regionale e nazionale, notiamo che dalla base non è partita una reazione efficace. Movimenti e associazioni che solitamente su svariati temi, vedi la vicenda Terme, si mobilitano con iniziative e interventi vari e affollano i social criticando a destra e manca, alla vigilia della campagna elettorale quasi si spengono.
Le liste civiche di rinnovamento e contrarie ad una classe politica che fino ad oggi avrebbe fallito, non partono dal basso. Quelle che stanno scendendo in campo sono proposte dai partiti politici tradizionali, che per l’occasione stanno indossando la “maschera” della lista civica.
Sull’unico candidato a sindaco che fino ad oggi si è ufficialmente presentato alla città togliendosi la maglietta del partito di appartenenza, si sono fiondate delle liste civiche nelle cui file non ci sono giovani o gente comune pronta a dare un contributo, ma persone che hanno fatto la storia politica e amministrativa cittadina negli ultimi 20 anni e che puntano sulla loro competenza per una svolta. Quando la campagna elettorale entrerà nel vivo dovranno spiegare ai cittadini la loro scelta, il loro nuovo percorso e riconoscere, forse, anche gli errori del passato.
Oggi tutti sono alla ricerca di un ampio schieramento ritenuto unico strumento per rilanciare la città, ma quasi tutti nascosti dietro progetti civici che devono essere riempiti da programmi e idee nuove.
E poi un altro aspetto: buona parte dei partiti non sono riusciti a costruire in questi anni una classe dirigente, non sono stati in grado di coinvolgere il mondo giovanile. La maggior parte sono lontani da Sciacca, hanno costruito e stanno costruendo un futuro lontano dal loro luogo di origine. Quelli rimasti sono in ordine sparso, anche se la concentrazione maggiore è nel movimento Mizzica, dove si crede fermamente in quel programma di rinnovamento della classe dirigente cominciato 5 anni fa ed oggi alla prova del nove, ma la nostra sensazione è che non ci sia l’entusiasmo di 5 anni fa. Ci aspettiamo una proposta di rinnovamento giovanile da parte dei partiti storici e strutturati come PD e Forza Italia, soprattutto i primi che dispongono di una buona organizzazione e di un direttivo con gli “anta” sono pochi, mentre nei secondi con i nuovi arrivi l’età media si è alzata. Ma rischiano entrambe di dover presentare una candidatura di bandiera se non dovessero concretizzarsi determinate alleanze di area.
Intanto, i nomi che circolano in queste settimane nell’agone politico cittadino sono i soliti: li chiamano dinosauri, animali stanziali della politica sullo scranno da decenni. Loro dicono sorridendo di essere “diversamente giovani” e speriamo lo siano come idee e prospettive. Alcuni hanno le competenze e non sono riusciti ad esprimerle, altri erano riusciti a farlo ma sono stati sbattuti fuori da chi si spaventava di perdere la leadership. Altri ancora dimenticano di avere detto che non sarebbero più tornati nel palazzo e che la burocrazia frenava ogni attività. Altri, infine, continuano ad insistere nonostante la loro manifestata incapacità amministrativa. E sono quest’ultimi a preoccuparci di più.
Giuseppe Recca