VERIFICA MAGGIORANZA, CATANZARO E CUSUMANO PORTANO SULLE SPALLE IL PESO DELLA RESPONSABILITA’ POLITICA
Non è più una sensazione, un’ipotesi, voci di corridoio. Non è più “La fantasia” di un giornalista che scrive, come abbiamo fatto noi ieri pomeriggio, di una crisi latente che invade la maggioranza. Un destino che sembra riaffermarsi caratterizzando il centrosinistra dapprima con l’esperienza abortita della maggioranza Vito Bono, adesso con l’esperienza della prima donna a guidare la città. La boa del primo anno di amministrazione è stata superata con risultati prossimo allo zero. Le emergenze sono tutte in bella vista, inutile elencarle perché ogni saccense le ha ben fisse nella mente. L’ordinaria amministrazione è come una chimera. Il cittadino constata con i propri occhi l’immobilismo quotidiano che si manifesta in diverse circostanze alimentando l’idea di una città senza guida.
E’ di tutta evidenza, e lo si coglie facilmente tra la gente, che una valutazione ad un anno superato dell’attuale amministrazione non può che è essere abbondantemente sotto quella sufficienza che sa di autoreferenza. Abbiamo scritto in questi giorni prima che la maggioranza necessita di un pit stop, poi che non basta più e che urge una manutenzione più complessa con la sostituzione di parti della macchina.
In tale contesto, sia per la caratura politica, sia per l’esperienza, devono necessariamente assumere un ruolo guida l’ex sottosegretario Nuccio Cusumano e il neo deputato regionale Michele Catanzaro. La responsabilità politica rischia di pesare pesantemente sulle loro spalle con le conseguenze che è facile immaginare.
Nuccio Cusumano è stato il primo a dare l’ok alla candidatura di Francesca Valenti puntando su un cambiamento rispetto al passato. Cusumano non è certo un novello della politica, ma ha un vissuto che rappresenta un bagaglio di indubbia esperienza, ma anche di visione politica, indispensabili al sindaco e agli alleati per tracciare una nuova rotta che eviti alla nave della maggioranza di naufragare.
Lo stesso Cusumano è il primo a registrare una rotta di navigazione che non solo non porta verso gli approdi sperati, ma rischia di immergersi nelle profondità del nulla. Egli, ma il ragionamento vale anche per Catanzaro, avverte l’esigenza di “un’affermazione della politica sull’improvvisazione”, sulla pretesa che una città complessa e difficile come Sciacca possa essere spinta solo dall’abbrivio. Cusumano è consapevole che “la politica ha le sue regole”, i suoi “passaggi”, i suoi “tempi”. Piaccia o no, Sciacca Democratica, costola del Pd, si è affermata come movimento capace di un notevole peso specifico, di aggregare forte consenso da porlo come maggiore forza rispetto all’alleanza che ha portato dapprima alla vittoria di Francesca Valenti, secondo all’elezione di Michele Catanzaro.
Cusumano e Catanzaro hanno l’obbligo politico nei confronti della città di correggere la rotta, mettere la barra al centro. Soprattutto hanno la forte responsabilità di impugnare il timone della nave, subito, per “l’avvio di un nuovo corso” riappropriandosi del ruolo di “interpreti e custodi di una azione di governo più efficace e meno solitaria con i tanti limiti e le tante criticità che il medesimo governo cittadino mostra”.
Cusumano, in una recente riunione dei suoi di Sciacca Democratica, ha proprio parlato di “un cambio di passo e di una fase nuova aperta seriamente al contributo delle classi dirigenti dei partiti o movimenti che hanno vinto le elezioni e dei consiglieri comunali ed essere protagonisti di una fase di rilancio programmatico e di risultati concreti”.
Cusumano e Catanzaro indossino il camice bianco e si prendano “cura del malato governo cittadino”. Ma ciò deve avvenire con i tempi del pronto soccorso poiché “il tempo è scaduto e urge un cambio di passo”. Ma anche di uomini al governo. Rattoppare serve a poco, certamente può solo peggiorare una situazione sfuggita dal controllo. Ma soprattutto si ponga fine all’apporto di quei consigli, invadenti, privi di esperienza e ruolo, che giungono dall’esterno del Palazzo.
Filippo Cardinale