VECCHIO IN TRIBUNALE: “HO SOFFERTO LA SOLITUDINE DELLA POLITICA, HO TEMUTO L’ARRESTO”

Ieri, al termine delle questioni preliminari del processo inerente la vicenda del plesso scolastico San Francesco, l’ex assessore Gianfranco Vecchio ha chiesto di rilasciare al Tribunale dichiarazioni spontanee. Vecchio è accusato di falso ideologico. Con lui sono imputati, a vario titolo, il dirigente dell’Ufficio tecnico, Aldo Misuraca, l’ingegnere comunale Giuseppe Liotta, i fratelli Domenico, Biagio e Calogero Russo (titolari della struttura) l’architetto Massimiliano Trapani, direttore dei lavori.

Vecchio è apparso molto provato dalla vicenda e ha sottolineato al collegio giudicante come lui abbia sottoscritto il verbale di consegna dopo la firma del dirigente tecnico. Firma che, nel ruolo amministrativo, non avrebbe – secondo Vecchio -, peso alcuno, considerata che la responsabilità è solo tecnica. Ha chiesto al Tribunale “tempi celeri”, ma anche “impegno nel leggere le carte”. Cosa che il collegio giudicante ha ribadito come “impegno nei confronti di tutti i processi”.

Poi, il passaggio più denso di rancore verso la politica: “Quando ho ricevuto l’intimidazione all’auto parcheggiata nell’atrio comunale, ho ricevuto solidarietà, ma anche freddezza. Constatai di essere lasciato solo dal contesto politico, solitudine che vivo ancoira oggi. E adesso, chi è stato freddo ha anche proposto la costituzione di parte civile del Comune. Questa è l’ipocrisia del potere”.

Vecchio nel corso della sua dichiarazione spontanea ha detto inoltre: “Senza le sollecitazioni del Pubblico Ministero, oggi il Comune non si sarebbe costituito parte civile”.

“Quando ricevetti l’avviso di garanzia- continua Vecchio- rimasi basito. La mia vita è radicata nella cultura della legalità. Non comprendo ancora oggi come possa essere imputato”.

E sempre rivolto al Collegio giudicante: “Ho cercato di capire. Ho paura di essere di fronte ad un pregiudizio, anziché un giudizio. Mi accusano di aver tratto vantaggi politici. Ma quali?”.

Poi parla della paura dell’arresto: “La P.G. aveva proposto al PM il mio arresto con la motivazione di reiterare il reato”.

 

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