Vaccini anticovid, quei pazienti malati di Sla e tumore dimenticati dalle “priorità” di inoculazioni

SCIACCA. Anche nei criteri di somministrazione dei vaccini anticovid esistono zone grigie che la classe politica, ma anche scientifica, ha dimenticato. Riceviamo una lettera “aperta” e firmata, da un nostro concittadino affetto da Sla e da tumore. Un cittadino che non è ricoverato in una Rsa ma lotta i suoi mali nella sua abitazione.

Sono un paziente affetto da SLA e da tumore da circa 10 anni. Con la presente, intendo sottoporre alla Vostra attenzione la condizione di tutti i soggetti deboli ad alto rischio di contagio con patologie gravissime come la mia ed altre, che non sono ricoverati presso RSA e risiedono nelle proprie abitazioni assistiti h24 da familiari e non.
Tali categorie di ammalati, fino ad oggi, non sono state oggetto di riflessione e di attenzione da parte degli organi politici e di governo che si è limitato ad indicare solo pazienti di età superiore ad 80 anni come soggetti a cui va somministrato prioritariamente il vaccino anti-covid.
Di fronte a questo colpevole silenzio ritengo opportuno che venga sollevata la problematica e sottoposta all’attenzione dei responsabili politici affinché provvedano ad eliminare la dimenticanza e biasimare chi ha operato in dispregio delle vigenti disposizioni.
Con questa lettera aperta intendo dare voce a quanti sono dimenticati e vivono drammaticamente ed angosciosamente la loro condizione di ammalati gravissimi.
Nella speranza che Vi facciate portatori di questa esigenza e che il Vostro intervento trovi delle orecchie attente e disponibili.