UNIONI CIVILI, MARINELLO NON VOTA, RUVOLO SI. QUANDO LA COERENZA CATTOLICA SI INFRANGE DAVANTI AL POTERE
Al Senato è passata la legge sulle unioni civili. Non entriamo nel merito, ma nessuno può evitarci una riflessione sul comportamento di due parlamentari della zona. Uno, il senatore di Sciacca Giuseppe Marinello, l’altro, il senatore di Ribera Giuseppe Ruvolo. Ambedue si professano cattolici. L’esperienza politica di Ruvolo nasce con la Democrazia Cristiana, partito di ispirazione cattolica. L’esperienza politica di Marinello nasce con Forza Italia.
Ambede si confessano cattolici. Ma non possiamo fare a meno di constatare due comportamenti politici diversi rispetto alla propria coscienza. Marinello non ha votato, pur essendo parte integrante della maggioranza e uomo vicinissimo al ministro Alfano che ha appoggiato, come Ncd, la legge sulle unioni civili, anche se cassata rispetto all’origine.
Ruvolo era all’opposizione, poi ha lasciato Forza Italia per mettersi sotto le ali di Verdini. Un gruppo di senatori che si è avvicinato a Renzi aspirando a ottenere posizioni di “visibilità”, cioè incarichi. “A noi di Ala piace- ha detto Ruvolo nei meandri di Palazzo Madama e ripreso dal Corriere della Sera di oggi-, stiamo facendo una battaglia per la modernità. Solo che la facciamo in piedi…perchè le poltrone sono tutte occupate”.
Marinello riconosce ad Angelino Alfanoil merito di essere riuscito “ad evitare il peggio, ottenendo un grande risultato sostanziale e politico e diminuendo gli effetti negativi sul piano sia culturale ed etico. Lo stralcio della stepchild è un suo successo politico”.
Marinello motiva la sua decisione di non votare il provvedimento, “consapevole che il voto di fiducia è un voto tecnico e non politico”. Per Marinello, “un conto è il riconoscimento dei diritti delle coppie e delle convivenze, altra questione è riconoscere alle unioni omosessuali i diritti che tendono ad emulare il matrimonio, aprendo così a scenari che vanno contro la sensibilità e la coscienza comune”.
La coscienza di Marinello ha prevalso sul resto. “La mia personale sensibilità, la coscienza ed il mio convincimento mi impongono di rispettare la natura umana, e consapevole del senso del limite che deve sempre guidare le libertà sia singole che collettive non parteciperò al voto. Prenderò atto del risultato che si determinerà nell’Aula di Palazzo Madama, ma il mio impegno a favore della famiglia uomo-donna, dei diritti dei bambini ad avere un padre ed una madre continuerà in tutte quelle sedi ed in quelle occasioni che consentiranno di rafforzare e qualificare la mia azione di cattolico impegnato nella società”.