Tasse, Turturici: “C’è il rischio che alla fine della corsa siano proprio i Comuni a restare col cerino in mano”

L’ex sindaco di Sciacca, Mario Turturici, è alle prese con la sua professione di commercialista. Da esperto e da amministratore che ha accumulato parecchia esperienza, vede la situazione abbastanza complessa. E sulla vicenda dello spostamento vede limiti.

Quali?

“Vi sono dei limiti alla proroga IMU che è bene chiarire. Il limite di applicazione della proroga è che il Comune può disporla solo per quanto riguarda la quota IMU di propria competenza, mentre non viene rinviata la scadenza per quello che riguarda il pagamento dell’acconto sugli immobili di categoria catastale D”.

Ciò che significa? 

“Questo principio, secondo la risoluzione ministeriale, “porta ad escludere che possano essere deliberati dai Comuni interventi – anche di semplice differimento dei versamenti – aventi ad oggetto la quota IMU di competenza statale, relativa agli immobili a destinazione produttiva”. Si rammenta, infatti, che il comma 753 dell’art. 1 della legge n. 160 del 2019, stabilisce che “per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D l’aliquota di base è pari allo 0,86 per cento, di cui la quota pari allo 0,76 per cento è riservata allo Stato, e i comuni, con deliberazione del consiglio comunale, possono aumentarla sino all’1,06 per cento o diminuirla fino al limite dello 0,76 per cento”.

Lo spostamento temporale delle tasse dà un’illusione, dunque. 

“Più in generale va detto che il pur comprensibile spostamento dell’IMU comporterà un inevitabile concentrazione di tantissimi pagamenti nel mese settembre, quando andranno a scadere tanti altri tributi e contributi che sono state oggetto di sospensione. Sarebbe stato necessario un intervento più incisivo a livello centrale, perché il rischio concreto è che alla fine della corsa siano proprio i Comuni a restare col cerino in mano”.

Filippo Cardinale