TURISMO, LE IDEE RETRO’ DI CROCETTA. E NEL SUO PENSIERO SCIACCA NON ESISTE

Editoriale di Filippo Cardinale

Il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, sul turismo ha le idee abbastanza datate. Mentre sulla lotta all’illegalità, alle truffe ai danni della Regione, raggiunge traguardi davvero encomiabili, sul fronte dello sviluppo della nostra Regione le attese, almeno fino ad oggi, sono rimaste piuttosto delimitate nel ventaglio delle enunciazioni.

Queste, tra l’altro, su alcuni tempi come il turismo evidenziano grosse lacune. Si ha la sensazione della mancanza di una vera politica del turismo mirata a far cambiare passo alla Sicilia. Alcuni passi compiuti dal Presidente della Regione sono inequivocabili. Già la scelta del cantautore Franco Battiato alla guida dell’assessorato del Turismo ha evidenziato una visione più ad effetto che di sostanza. Altro scivolone è stato quello di affidare l’assessore alla Cultura allo scienziato Antonino Zichichi. La loro sostituzione palesa il significato di una scelta “ad effetto”, ma inutile per una politica preannunciata di svolta per la nostra Isola.

La Sicilia, senza tema di smentita, ha la sua risorsa più significativa nel turismo. Inutile spiegare il perché. L’Isola potrebbe diventare una vera destinazione nell’ambito del panorama mondiale. Ma non lo è. Basta leggere i dati delle presenze turistiche, basta soffermarsi sulla sconfitta di non essere riusciti a destagionalizzare il flusso turistico, basta prendere in considerazione le lamentele degli albergatori, comprese quelle dei titolari di strutture di lusso. Ciò è un paradosso di ampie proporzioni se si considerano le peculiarità della Sicilia: clima, storia, monumenti, paesaggio, enogastronomia. Questo è un tema atavico e nessun Governo è mai riuscito a cambiare rotta. In verità non ha mai provato.

La Sicilia ha perso ciò che aveva guadagnato negli anni sessanta: era una destinazione, in particolare con Taormina. Meta del turismo internazionale dei vip, basta ricordare lo yacht di Aristotele Onassis ormeggiato nella acque di Taormina. Poi la classe politica e dirigente della nostra Isola si sono cullati, immaginando che il turismo vive di allori. Esso, invece, è una scienza perfetta che non ammette distrazioni né sonni tranquilli. Il mercato va mantenuto e conquistato con nuove offerte di servizi, nuove attrazioni, nuovi richiami per mantenere il ruolo di destinazione.

Alcune idee di Crocetta ci sembrano solo un ritorno al passato e indicano la poca visione in materia di turismo. E’ di pochi giorni fa l’idea di riaprire i Casinò. Crocetta forse non sa che i Casinò non  sono più attrattori di turismo e quelli italiani più rinomati sono in crisi. Prima per la forte concorrenza della Francia, secondo per i continui controlli sui frequentatori. E gli italiani sono quelli che più sono all’attenzione di controlli se il  tenore di vita corrisponde a quanto dichiarato al fisco. 

A nessuno piace aver fatti i conti in tasca. Basta pensare alla nautica. Tantissime imbarcazioni hanno preferito lasciare i porti italiani e ormeggiare nella vicina Croazia, o all’estero. Il gioco d’azzardo è ormai esploso in altre forme. Basta dare uno sguardo alle offerte online. Puntare sulla riapertura dei Casinò è senza dubbio un’idea superata, datata.

Altra idea strampalata del Presidente Crocetta è quella di dare vita ad una compagnia aerea regionale. Anche qui va in controtendenza. Gli basterebbe sapere che orami nessuna regione italiana vanta una compagnia aerea. Non vi sono le condizioni per reggere la concorrenza delle altre con un brand più importante. I costi ricadrebbero sul bilancio delle Regioni e in tempi di grave ristrettezza sarebbe un suicidio finanziario. Se poi immaginiamo tutti gli esempi della nostra Regione nel campo delle partecipate, allora appare pleonastico prevedere il sicuro ulteriore fallimento. Crocetta deve insistere, semmai, a incentivare le compagnie aeree. Se Alitalia fa orecchie da mercante, allora incentivi e sostenga altre compagnie che hanno dimostrato di penetrare in grosse quote di mercato. Compagnie che siano in grado, anche, di promuovere la Sicilia già negli scali internazionali.

Lo sviluppo del turismo in Sicilia ha bisogno d’altro. Soprattutto di essere affidato a società di marketing di caratura internazionale che hanno dato il loro contributo ad altre nazioni con evidente successo. La Sicilia non ha certo bisogno di sperperare fiumi di denaro pubblico senza ricavarne risultati obiettivi e oggettivi. Il marcio scoperto dalla magistratura di recente è la prova emblematica. Ancora un’osservazione. Il Presidente Crocetta ha parlato in questi giorni di due poli turistici siciliani. Sicuramente si riferisce a Taormina e Cefalù. Dimentica, o non sa, che esiste il polo di Sciacca che, certamente, non è di meno di quello di Cefalù.

Bisogna ricordare a Crocetta che il polo di Sciacca vanta le terme più complete d’Italia (e non solo), le ceramiche, l’enogastronomia, la storia, i monumenti, il paesaggio. Ma anche la struttura golfistica tra le più interessanti del panorama internazionale. Bisogna ricordare a Crocetta che questa parte di Sicilia manca di autostrade, di porti turistici, ma soprattutto del rilancio delle terme di cui la Regione è proprietaria del 100% delle azioni.

Sul turismo, dunque, le novità non possono aggrapparsi al déjà vu. Occorrono altre idee. Se solo Crocetta avesse il tempo di ascoltare, o anche di visitare Sciacca, al di là della tocada y fuga durante la campagna elettorale. E dire che ha l’occasione per ascoltare in maniera seria ed esaustiva chi nel turismo ha esperienza da vendere, provata e di successo.

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