TURISMO, IN OTTO ANNI ABBIAMO PERSO 166.000 PRESENZE

Mentre ancora si fa la conta a naso, vedendo gente in centro storico nella settimana clou di agosto, la realtà fatta di numeri racconta un’altra storia. Una storia drammatica che è lo specchio dei passi indietro che la nostra città ha compiuto dal 2011 ad oggi. I problemi rappresentati con forza dai commercianti del centro storico rappresentano la punta di un iceberg di grandi proporzioni. Una crisi che parte da lontano e non da oggi, ma che oggi si veste di dramma. Semmai, nei tempi attuali si rafforza ed emerge attraverso la spinta di elementi diversi che evidenziano la complessità della crisi che trova anche nella mancanza di parcheggi la sua forza imponente.

Mancanza di parcheggi, assenza di servizi. Sono due elementi che, senza dubbio, hanno messo in crisi il tessuto economico del centro storico. Ma non solo. A questi elementi vanno aggiunti fattori quali la presenza di grossi centri commerciali extraterritoriali, le vendite online, la forte concorrenza che si amalgama con la crisi economica generale e che forma una miscela esplosiva che spinge il consumatore a moderare lo shopping e spingerlo alla ricerca del basso prezzo, a discapito, sovente, della qualità.

Rispetto a questo quadro appena dipinto, vi è un dato che il Corrieredisciacca.it mette in risalto e che sale in testa alla classifica delle criticità che la città subisce. Il forte calo delle presenze turistiche. Un dato che abbiamo analizzato dal 2011 fino ad oggi sulla scorta di dati ufficiali che abbiamo custodito gelosamente nella nostra redazione. Del resto, il Corrieredisciacca.it annualmente pubblica le risultanze e basta consultare l’archivio dei nostri articoli nell’apposita casella di ricerca della home page; basta digitare la frase “presenze turistiche”.

Il dato inconfutabile è che siamo passati dalle 500.000 presenze del 2010 alle 292.000 di quest’anno. Una perdita di 208.000 presenze. Un dato che si coglie specie quando si scattano foto estive che rappresentano un centro storico che di sera è spoglio. La causa essenziale di un calo così imponente è di facile lettura: la chiusura del complesso alberghiero Torre Macauda, la chiusura delle strutture termali.

Si può discettare su cosa offre Sciacca, in termini di servizi e svago, ai turisti, ma se una città perde posti letto con cifre imponenti, il risultato non può che essere una consistente diminuzione di turisti.

Basta pensare che i primi 8 mesi del 2011 hanno registrato 348.774 presenze, mentre nell’intero scorso anno sono state 291.965.

La chiusura di Torre Macauda e delle Terme è stata un danno enorme per la città. Almeno 1.500 posti letto mancanti. Cifra che non può essere colmata dal nascere di qualche B&B. Elemento negativo, oltre alla chiusura delle strutture citate, è che non sono nate nuove grandi realtà. Vi era il progetto di un nuovo resort del gruppo spagnolo Sol Melia. Gruppo imprenditoriale “fuggito” dopo le avversità di una burocrazia sempre ostativa e di un fallimento della società ex Sitas proprietaria dei terreni che il gruppo stava per acquistare.

Nel 2012 a Sciacca si sono registrate 457.640 presenze. Erano ancora aperti Torre Macauda e le Terme. Poi, la chiusura di Torre Macauda e nel 2013 l’inanellarsi di cali delle presenze. Nel 2013 sono state 351.375, nel 2014 360.707, nel 2015 337.444, nel 2016 365.040, nel 2017 364.918, nel 2018  291.965. Il 2019 non andrà oltre la cifra dello scorso anno. Siamo lontani da quel zoccolo duro di 500 mila presenze.

Non abbiamo notizie di nuovi grossi progetti di strutture ricettive per Sciacca. Non abbiamo notizie di Torre Macauda dopo la chiusura della procedura esecutiva e la vendita del complesso alberghiero che rimane ancora chiuso. Beh, sulle Terme la politica continua a narrarci le favole, a volte esse scadono in favolette, a volte in farse.

Il tessuto economico saccense è a forte rischio. I commercianti del centro storico soffrono una crisi importante. La realtà dei numeri è quella che abbiamo riportato. C’è materiale, abbastanza, per riflettere.

Filippo Cardinale