Turismo: è allarme. Il 50 per cento delle aziende siciliane rischiano di essere escluse dai portali di prenotazione
L’associazione Sciacca Turismo invita la politica ad attivarsi per definire l’attivazione del Codice Identificativo Nazionale, rallentato da procedure burocratiche
SCIACCA. Il Presidente di Sciacca Turismo, Ezio Bono, richiama un intervento urgente delle istituzioni e della politica regionale per evitare che il comparto turismo nel territorio, ma anche in ambito regionale, subisca un duro colpo.
Il prossimo 1 gennaio scade il termine imposto dal Ministero del Turismo per ottenere il CIN (Codice identificativo nazionale) che introduce parametri omogenei su base nazionale, con l’effetto di semplificare l’attività degli operatori, tutelare i turisti, agevolare la collaborazione tra istituzioni e imprese e tra il Ministero e le autonomie locali. Ad ogni struttura ricettiva viene associato un CIN (Codice Identificativo Nazionale).
In Sicilia è giè operativo il CIR (Codice identificativo regionale) ma per problematiche di carattere burocratico (incrocio dati a livello provinciale, regionale e nazionale) la metà di queste strutture non sono fino ad oggi riuscite a trasformare il loro CIR in CIN.
Ciò comporta seri rischi per l’economia siciliana. Le principali piattaforme web di affitto turistico, come Airbnb e Booking, si sono adeguate alla normativa del CIN ed entrambe richiedono ai proprietari di inserire il CIN all’interno dell’annuncio, rendendolo visibile per garantire trasparenza ai clienti. Tali piattaforme in base al decreto legge del 18 ottobre 2023 n. 145 art. 13 ter bloccheranno gli annunci sprovvisti di CIN non consentendo più di prendere prenotazioni a chi ne aveva diritto, con il rischio di causare danni anche agli ospiti che hanno confermato e pagato prenotazioni il cui check in sarà nel 2025.
Molte strutture lamentano inoltre di aver inviato richieste di supporto e di chiarimento agli uffici provinciali e regionali senza ricevere risposte adeguate.
“Se dopo l’1 gennaio verranno escluse dalle piattaforme – dice Bono – il danno economico sarà rilevante. La Regione Siciliana deve intervenire con urgenza richiedendo una proroga visto che i tempi per risolvere le problematiche attuali sono ridotti. Invitiamo la classe politica tutta a sostenere questa nostra battaglia che è anche di tutta l’economia siciliana”.