TUBO IN PVC AL DUOMO, CHI HA AUTORIZZATO LO SCEMPIO? DI PAOLA E SABELLA CHIEDONO LUMI AL SINDACO

L’Enel nei giorni scorsi ha installato un tubo in Pvc che parte dal box di diramazione e scorre lungo la facciata della chiesa trecentesca

Una lettera al sindaco per chiedere delucidazioni sull’installazione di un tubo in pvc sulla parete sud della Basilica del Soccorso. A firmarla i consiglieri comunali Simone Di Paola e Vincenzo Sabella.

“Sciacca- scrivono- è una Città dove tutto può accedere e dove la realtà a volte supera la fantasia! Accade che sulla parte più antica della chiesa più importante della Città si pensi di installare impianti di vario genere e tutto questo sotto lo sguardo indignato dei cittadini e contestualmente nell’indifferenza generale delle autorità competenti e preposte a vigilare”.

I due consiglieri comunali fanno riferimento ai lavopri effettuati nei giorni scorsi nel lato sud della chiesa Madre che si affaccia sul corso Vittorio Emanuele, tra il nuovo impianto progettato dal Blasco e l’antica chiesa trecentesca.  Lavori effettuatidall’Enele relativi alla messa in opera di tubi in PVC che dalla cassetta di derivazione percorrono la facciata deturpandola nel suo aspetto esteriore.

“Sulla medesima facciata- scrivono Di Paola e Sabella-  fa bella mostra di sé un impianto di condizionamento installato da qualche anno, altrettanto invasivo. Ci chiediamo come questo sia possibile; ci chiediamo come sia tollerabile violentare l’abside trecentesca della chiesa madre con interventi di cotanto impatto e nessuno muova un dito per bloccare questo scempio; soprattutto ci chiediamo, e lo chiediamo agli uffici competenti, se esistano o siano mai state rilasciate le necessarie autorizzazioni che giustifichino ( ammesso che possa esistere giustificazione!) un simile intervento”.

“Questi interrogativi impongono una risposta, lo dobbiamo ad una città che assiste incredula a simili scempi ed in tal senso chiediamo che si consumano i necessari passaggi per rimuovere queste installazioni e riportare i luoghi allo stato originario e chiedere conto è ragione di quanto accaduto alla chiesa madre della nostra Città”, concludono.

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