TROVERANNO I GRILLINI UN CANDIDATO A SINDACO SENZA “MACCHIA”?
Editoriale di Filippo Cardinale
Il clima elettorale, in vista delle prossime elezioni amministrative del prossimo maggio, lievita sempre più e prenderà consistenza sempre maggiore dopo l’estate. Mentre il centrosinistra è alle prese con l’elezione del segretario cittadino e con il dubbio amletico se fare le primarie per la scelta del candidato sindaco di coalizione, c’è il terzo polo che ancora viaggia a fari spenti. Ci riferiamo ai grillini, agli attivisti del Movimento 5 Stelle. Per loro, concorrere all’elezione del sindaco è la seconda volta.
Cinque anni fa si sono presentati con la candidata Emma Giannì che ottenne il 10% dei voti. Troppo poco rispetto alle attese, specie alla piazza Scandaliato gremita al comizio di Beppe Grillo. I pentastellati, con la propria lista, non riuscirono ad ottenere un seggio in Consiglio comunale. Una presenza, invece, che avrebbe consentito alla città di comprendere meglio la capacitò propositiva del Movimento. Ma questo fa parte del passato, bisogna pensare al presente a al futuro prossimo.
Il Movimento 5 Stelle si è attrezzato con un’assemblea permanente con l’intento di raccogliere proposte da parte dei cittadini al fine di stilare un programma che combaci con le attese degli stessi. Un’assemblea che ha iniziato il tour tra i quartieri della città. Fino ad oggi, in verità, l’assemblea ha fatto emergere problemi che i cittadini conoscono da tempo, purtroppo. Però, accanto ai problemi è venuta meno la proposta risolutiva. Molto probabilmente ci penserà il programma elettorale a colmare tale lacuna.
Il deputato regionale saccense, Matteo Mangiacavallo, ha lasciato intendere che il suo impegno seguiterà all’Assemblea regionale. Oggi, il sentiment che si coglie in città è di forte malumore. Un malumore che lievita anche per una crisi che coinvolge l’intero Paese, ma che qui da noi, al Sud, è ancora più accentuata. Una tassazione che rende davvero difficile la vita, ad esempio. Malumore che, come sta avvenendo vicino casa nostra, a Porto Empedocle e Favara, viene riversato con il voto a M5S.
Sciacca sarà contagiata? Non è improbabile. Tutto dipende, anche, dal profilo di candidato a sindaco che i grillini metteranno in campo. E qui, l’impresa non è facile. Non è facile perché i grillini saccensi portano nel Dna quel virus che divide da sempre la città. Lo spirito perolliano-contiano. Uno degli attivisti più costanti sulle pagine di Facebook è il presidente de l’AltraSciacca, Pietro Mistretta. Ma egli porta un peccato originale che cozza con il “non statuto” dei grillini. In passato è stato assessore. Sicuramente la vocazione alla santa inquisizione dei pentastellati porterà al rogo Mistretta.
Uno dei nomi che per adesso sembra più accreditato è quello di Antonella Di Prima, candidata alle scorse europee. La giovane saccense ha riportato tantissimi voti. Non ha nessuna esperienza amministrativa, ma questo non è una condizione primaria nel mondo pentastellato. Un altro nome che potrebbe imprimere ai grillini un profilo più noto è quello dell’ingegnere Mario Di Giovanna. Nome conosciutissimo per le battaglie senza sosta contro le trivellazioni e le grandi società petrolifere. Di Giovanna, valido professionista, potrebbe rappresentare per i grillini un buon biglietto da visita specie nel settore che è il cuore del Comune: l’urbanistica.
Le nostre sono ipotesi, ovviamente, ma non riusciamo a intravedere, almeno sino ad oggi, un panorama di profili diverso. L’unica certezza è che i grillini con la prossima elezione hanno un banco di prova importante. Sta a loro giocare bene le carte. A patto, però, che abbandonino quel brutto vizio dell’inquisizione. Sciacca è piccola, e ogni candidato che verrà proposto è facile che abbia un “precedente”, cioè una parentela più o meno lontana con chi si è occupato di politica. A patto che i grillini si presentino con la “moderazione” di Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio. A Sciacca, purtroppo, è presente una frange di “giustizialisti”, di “santoni” che tutto sanno e su tutti sentenziano, incapace di avanzare una proposta seria, costruttiva, concreta. E’ questa parte che incute timore all’elettore.