TRIVELLE: DI MAIO AUTORIZZA, COSTA NON FIRMA. L’ING. DI GIOVANNA AVEVA GIA’ DENUNCIATO IL VIA LIBERA
C’è tempesta in casa pentastellata sul via libera alle trivellazioni per la ricerca del petrolio nel mar Ionio e anche nel mar Mediterraneo. Un caso che si tinge di giallo e che mette in contrapposizione il ministro dell’Ambiente Sergio Costa con il vice premier e ministro dell’Economia e del Lavoro Luigi Di Maio.
E dire che proprio l’ingegnere saccense Mario Di Giovanna aveva evidenziato il via libera alle trivellazioni, subendo di contro, una minaccia di querela da parte del ministero dell’Ambiente. Oggi, l’ingegnere Mario Di Giovanna può sorridere di fronte a quella inutile minaccia e la sua denuncia evidenzia una realtà che sta creando tempesta nel mare pentastellato.
“Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”, ha fatto sapere il titolare dell’Ambiente, Sergio Costa, in un post su Facebook dove annuncia di essere al lavoro assieme al ministero per lo Sviluppo economico (Mise) per inserire nel decreto Semplificazioni una norma per lo stop a 40 permessi pendenti. “Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione”.
Il ministro Costa ha anche precisato che “i permessi in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra amica dell’ambiente. Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare lo abbiamo bloccato. Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto. Anche per questo incontrerò personalmente i comitati No triv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni”.
Anche Angelo Bonelli, dei Verdi, ha accusato: “Il ministero dello Sviluppo ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente”.
Filippo Cardinale