TRIVELLAZIONI NEL BELICE, RIBELLIAMOCI COME FANNO ALTROVE
Proprio nel quarantacinquesimo anniversario del terremoto del ’68, la valle del Belice è minacciata dalle perforazioni petrolifere. Il “Permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi”, ha ricevuto già la benedeizione dalla Regione. Permesso concesso e passato inosservato lo scorso ottobre in un primo, inaspettato via libera dall’Ufficio regionale per gli idrocarburi e la geotermia (URIG) che aprirebbe la strada ai sondaggi per le trivellazioni petrolifere nella Valle del Belice.
Un’area ad alto rischio sismico, di 681 chilometri quadrati nelle province di Palermo, Agrigento e Trapani. La richiesta di permesso è della Enel Longanesi Developments s. r. l, compagnia petrolifera del gruppo Enel.
Si sta giocando col pericolo rischiando concretamente di sconvolgere il fragile euilibrio tettonico della Valle del Belice.
Martedì scorso l’ingegnere saccense Mario Di Giovanna, portavoce del Comitato StoppaLaPiattaforma, è stato audito in commissione parlamentare Ambiente all’Ars proprio sulla vicenda del rilascio della prima autorizzazione all’utilizzo delle trivelle nel Belice. Di Giovanna avrebbe scoperto alcune anomalie nelle procedure di richieste ai Comuni: la mancanza di timbri di appartenenza all’ordine dell’estensore nella relazione geologica, l’assenza delle note di opposizione alla ricerca da parte dei comuni e numerose violazioni sulla tutela del territorio sollevate dai comitati antitrivelle. “Chi ha firmato gli studi ne aveva il titolo?”, è l’interrogativo di Di Giovanna. “Il Comune di Montevago aveva posto l’attenzione sull’elevato rischio sismico dell’area. Perché è stato ignorato? Senza dimenticare che la documentazione progettuale non è stata spedita alle amministrazioni coinvolte, ma bisognava andare a Palermo a richiederle. Come fanno i comuni ad accorgersi di tali progetti, reperirli, studiarli e ripresentare le loro eventuali opposizioni entro 30 giorni? Sarebbe giusto che qualcuno cominciasse a darci delle spiegazioni”.
Non tutta la politica è in stallo su questa vicenda. Il Movimento 5 Stelle ha preparato l’offensiva contro la richiesta della Longanesi il cui progetto a breve arriverà sul tavolo dell’Assessorato all’Ambiente per un secondo esame tecnico. Dice Giampiero Trizzino, esponente del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione Ambiente: “Faremo di tutto per fermarli. Anche a costo di modificare l’attuale normativa. Vogliamo scrivere la parola fine alle trivellazioni in Sicilia”.
In tutta questa vicenda, bisogna dare merito alle associazioni, al Comitato No Trivelle. Loro vigilano sempre e scoprono vicende che possono sconvolgere l’ambiente. Ma spesso, questi Comitati, queste associazioni, non hanno quel necessario sostegno dalla popolazione. Popolazione che sembra anestitizzata rispetto a scelte che interessano il bene comune e il futuro per figli e nipoti.