TRIVELLAZIONI: BOCCIATO DEFINITIVAMENTE IL PROGETTO DELLA SCHLUMBERGER

Civitanova Marche, Italia ? In azione contro le trivelle in Adriatico. ANSA/ Matt Kemp/ Greenpeace +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Vittoria per la Sicilia e per chi ha lottato contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia. Ieri è stato respinto con apposito provvedimento la richiesta per la prospezione di idrocarburi proposta dalla Schlumberger.

L’area di prospezione proposta era incredibilmente grande, 4209 Kmq a Sud della Sicilia e ad Est di Pantelleria.
Secondo le previsioni della società proponente tutti e quei migliaia di chilometri quadrati di mare dovevano essere spazzati con la tecnica di ricerca di idrocarburi che utilizza gli airgun.
Gli Airgun generano delle vere e proprie esplosioni multiple cadenzate a pochi secondi l’una dall’altra, che possono durare settimane o mesi e che hanno un impatto devastante sulla vita delle specie che vivono nel Mediterraneo.
“Col Comitato Stoppa La Piattaforma, assieme a numerosi attivisti ed associazioni ( tra le più attive Greenpeace) , avevamo studiato il progetto di Valutazione Ambientale della società rilevando numerosi motivi per cui tale tipo di ricerca è incompatibile con la flora e fauna del nostro mediterraneo. In particolare l’area è di vitale importanza per la riproduzione e pesca di numerose specie ittiche di valenza commerciale.
Abbiamo quindi prontamente trasmesso la nostra documentazione contenente le nostre opposizioni alla Commissione Tecnica VIA del Ministero dell’Ambiente che a distanza di più di tre anni ci ha dato pienamente ragione bocciando il progetto”spiega il Comitato Stoppa la Piattaforma. Uno dei promotori della battaglia contro le trivellazioni è stato l’ingegnere saccense Mario Di Giovanna. Grazie alla sua preparazione è riuscito a intercettare tutte le anomali contenute nelle pratiche.
“Cade quindi un altro bastione delle società petrolifere che volevano conquistare e rendere una palude stigia il nostro Mediterraneo.
A distanza di più di 7 anni dall’inizio della nostra lotta rimangono oramai pochi permessi di ricerca e coltivazione da rispedire al mittente, finalmente vediamo vicina la Vittoria”, dice Mario Di Giovanna