TRIBUNALE, IL SINDACO SCRIVE AL MINISTRO DI GIUSTIZIA. LA LETTERA INTEGRALE

Sulla questione relativa al rischio chiusura del Tribunale di Sciacca, il sindaco Vito Bono ha inviato una lettera al Ministro di Giustizia, che pubblichiamo integralmente.

 

AL SIGNOR MINISTRO DELLA GIUSTIZIA -R O M A

Signor Ministro, la bozza di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, anticipata a mezzo stampa dal quotidiano “il Sole 24 Ore” di sabato u.s., suscita nella Comunità che ho l’onore di rappresentare forte preoccupazione. La paventata soppressione del Tribunale di Sciacca, con un consequenziale accorpamento della sede giudiziaria con il Tribunale di Agrigento, benché ispirata da problemi di natura finanziaria e di quadratura del bilancio dello Stato, rischia di cancellare, con un autentico colpo di spugna, un presidio giudiziario che negli anni, grazie anche all’impegno profuso da magistrati professionali e coraggiosi e da una classe forense di prim’ordine, ha potuto fornire risposte concrete alla richiesta di giustizia, sancendo sul territorio una presenza dello Stato forte e concreta. E’ comprensibile che la S.V. Ill.ma possa considerare il presente appello come l’enunciato di un interesse di tipo localistico. Ma, mi creda, non è così. Sciacca e il suo comprensorio hanno bisogno del Tribunale. Le distanze con Agrigento sono siderali, e la stessa rete viaria a disposizione è da considerarsi di bassissimo livello. Certo, in un’impostazione utopistica preferirei che il mio territorio fosse libero da condizionamenti mafiosi, e che dunque un tribunale non fosse più necessario. Ma l’utopia fa a pugni con una realtà durissima. Lo spessore criminale di questo territorio è piuttosto consistente, come testimoniano peraltro le numerose inchieste antimafia, già culminate con condanne degli imputati nei diversi gradi di giudizio, iniziate dalla procura di Sciacca in collaborazione con la DDA di Palermo. La circoscrizione giudiziaria di Sciacca, oltretutto, interessa anche la Valle del Belice, il comprensorio di Ribera e quello della Quisquina. Zone che, come riferiscono gli archivi giornalistici facilmente consultabili, rappresentano l’autentico punto nevralgico delle organizzazioni mafiose agrigentine. Ma una soppressione del Tribunale contrasta anche con le prospettive in favore della costruzione di una nuova casa circondariale. Il Ministero da Lei diretto ha inserito il comune di Sciacca nelle posizioni utili della graduatoria delle città dove saranno costruite nuove sedi carcerarie. In tale direzione, peraltro, si inserisce anche l’impegno assunto dall’Amministrazione a reperire le somme per acquistare le aree necessarie. Che senso avrà un nuovo carcere senza un Tribunale? Si può, dunque, di fronte a questa realtà incontrovertibile, formulare ragionamenti esclusivamente di tipo contabile-finanziario, prestando attenzione solo al risparmio da parte dello Stato, ossia ai fantomatici “tagli”, e non guardando al contempo alla necessità di garantire un avamposto giudiziario peraltro funzionante, con un numero piuttosto elevato di affari svolti e completati nelle diverse branche del diritto con tempi di evasione dei procedimenti in linea con il principio della giustizia giusta? Rispettosamente giro alla S.V. Ill.ma la domanda, e confido in un ripensamento della proposta di riforma, che individui come discrimine del riordino delle sedi giudiziarie non già il numero di magistrati in pianta organica, ma la quantità e la qualità degli affari trattati. Alla presente allego l’articolo redatto sull’argomento dall’Avv. Giovanni Vaccaro (già Presidente dell’Unione degli Ordini Forensi della Sicilia e Consigliere Nazionale Forenze).

F.to Dott. Vito Bono

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