TOTO’ CUFFARO: “SONO ESTRANEO ALLA MAFIA, SONO FINITO IN UN VORTICE MEDIATICO”. SU LA SICILIA DI OGGI UNA LUNGA INTERVISTA DI LILLO MICELI

”Ho speso tutta la mia vita politica per tenere in vita l’idea della Dc. Il rischio che non resti più nulla è una grande sofferenza. In questi giorni, però, si è accesa una speranza. Mi auguro che la nomina di Angelino Alfano e la sua idea di dare vita il Ppe vada in porto”. Oggi su La Sicilia è stata pubblicata una lunga intervista di Lillo Miceli a Totò Cuffaro, detenuto a Rebibbia per scontare la pena a 7 anni di carcere.

”Sulla vicenda del partito degli onesti e sui problemi giudiziari di esponenti del Pdl – risponde a Miceli- non ho alcun titolo per parlare. Ora con il Ppe i contenuti e i valori della Dc tornerebbero ad essere esaltati. Non sono più in politica, ma se ci fossi la cosa mi alletterebbe”.

Cuffaro pensa ”Berlusconi resisterà, mentre ”Bersani è monotono” e giudica ”certamente più costruttivo l’atteggiamento di Casini”. Spera ”con tutto il cuore” che ‘’si concluda presto l’inchiesta sul ministro Romano” e si dice ”contento” per lo stralcio deciso dalla Procura di Catania per il governatore Lombardo. Cuffaro, che ha perso 20 chili e sta in un cella quadrupla, la notte non dorme per ”pregare, stare con se stesso e rispondere alle 3.500 lettere ricevute”. Lo sostengono ”la fede e la famiglia”. ”Non ho né rancori né risentimenti nei confronti di nessuno – osserva – né della politica, né delle istituzioni che mi hanno condannato”.

Si dice estraneo alla mafia e la sua condanna la spiega così: ”Sono finito in un vortice mediatico, condannato dal pregiudizio. E’ passato il messaggio che ho festeggiato a cannoli la condanna di primo grado a cinque anni – chiosa – non sono riuscito a fare passare la verità, cioè che io i cannoli li stavo togliendo e non li stavo offrendo”.

 

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