ALVEI INTASATI: RISCHIO ESONDAZIONI FOCE DI MEZZO, SAN MARCO E CANSALAMONE: (fotogallery)

L’autunno è in corso, ci avviamo verso l’inverno e le piogge incombono. Anche i comunicati di allerta della Protezione Civile Sicilia. Ieri Porto Empedocle ha subito un forte nubifragio con allagamenti importanti.

A parte il fatto che oggi il cambiamento climatico riserva soprese, spesso violente e improvvise. A distanza di due anni dai terribili nubifragi che hanno messo in ginocchio Sciacca – con la morte di un nostro concittadino il cui corpo, trascinato dalla furia delle acque del torrente Bagni non è mai stato ritrovato –  vi è un evidente nulla di fatto sulla situazione di pericolo dei torrenti Cansalamone, Foce di Mezzo e San Marco.

A distanza di due anni nulla è cambiato, anzi la situazione degli alvei è peggiorata poiché nessun intervento di pulizia o di bonifica è stato compiuto. Il quadro del pericolo è maggiore perché lungo gli alvei sono rimasti arbusti e residui degli scorsi nubifragi che rappresentano pericolosi ostacoli al defluire delle acque. Nel nostro reportage fotografico si evince, agevolmente, lo stato dei luoghi e il pericolo che incombe sulla città.

Non solo alvei. Vi sono, come all’incrocio per la località Foggia, canali di sfogo delle acque pieni di rifiuti ingombranti. Una situazione che, in verità, abbiamo già segnalato con diversi articoli.

Nell’incombenza di un pericolo non può non mancare la solita burocrazia che ci mette lo zampino per perdere tempo, rimandare le responsabilità. E tutto accade tra uffici regionali.

IL PARADOSSO DEL TORRENTE FOCE DI MEZZO. E’ il torrente che puntualmente esonda. La sua pericolosità si evince già dal ponticello di via del Poio. L’altro punto nevralgico è all’altezza dell’officina Tummiolo, sul ponticello che conduce in contrada Carbone. Ancora un altro punto nevralgico è dopo vicino alla Tonnara. Il torrente, apparentemente innocuo, si trasforma in un fiume in piena, esonda a crea allagamenti e danni.

Eppure, era arrivata la buona novella da Palermo: finanziati 250 mila euro per interventi di pulizia, decespugliamento, rimozione dei rifiuti e risagomatura dell’alveo, riguardano il tratto che va a monte della SS 115 fino alla foce del vallone baiata Foce di Mezzo. L’esecuzione dei lavori doveva avvenire dopo l’espletamento delle procedure in gara. La notizia venne diffusa anche dal sindaco Francesca Valenti e dall’ex assessore Paolo Mandracchia.

Ma nessun lavoro è iniziato. Il Genio Civile ha elaborato i progetti, la Regione ha messo i soldi ma…tutto è fermo. Il pomo della discordia era, fino a qualche mese fa, risiedeva nel fatto che la Regione aveva invitato il Genio Civile a farsi carico dei costi delle successive manutenzioni. Ma il Genio Civile non ha i soldi per adempiere a tale compito che, tra l’altro, non rientra proprio nelle sue competenze.

Oggi, tutto è come prima, peggiorato sensibilmente dallo stato degli alvei. Nessun intervento di bonifica è stato eseguito. Anche il torrente Bagni. Tutta la zona è stata trasformata dopo gli enormi sfangamenti mirati alla ricerca del saccense Vincenzo Bono rimasto vittima della furia delle acque. Anche quella è una zona ad altro rischio.

Il nostro compito, come giornale, è quello di rappresentare la realtà, di denunciare uno stato di pericolo incombente. Il nostro reportage di oggi è un ulteriore sollecito. Ma saremo i primi, in caso di calamità, a sporgere denuncia narrando i fatti, documentandoli. Ma lo faremo davanti all’autorità giudiziaria. Non crediamo al caso, ma crediamo alle negligenze e alle consequenziali responsabilità.

Filippo Cardinale


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