Torniamo sulle Terme e sullo spezzatino
SCIACCA. Editoriale di Filippo Cardinale
E’ il caso di ritornare sulla questione delle Terme dato che il caldo pare abbia fatto dimenticare anche loro. E soprattutto vogliamo ritornare sulle ipotesi di spezzettamento del patrimonio termale per affidamenti a gestioni parziali che a detta di qualcuno invoglierebbero a presentare offerte, visto che sembra eccessiva la richiesta economica per tutto il complesso.
A sostegno di questa ipotesi viene portato l’esempio della cosiddetta “valorizzazione” delle stufe di San Calogero, che un provvedimento della Regione ha assegnato al Museo dei 5 sensi per un anno solo per visite turistiche. Un’opera che riteniamo meritoria ma che dal prossimo anno avrà bisogno per il rinnovo della concessione di una procedura pubblica, dato che le attuali leggi impediscono le concessioni senza gara.
Ma questa è l’unica cosa che era possibile concedere per scopi culturali, tutte le altre hanno invece una funzione diversa, cioè sono finalizzate ad attività imprenditoriali (piscine, alberghi, bar, stabilimenti, ecc.), che presuppongono titoli specifici per i gestori e quantificazione dei canoni.
Ma i tempi sono ormai molto stretti se si volessero far partire le gestioni il prossimo anno. La Regione infatti dovrebbe individuare i beni da concedere, il numero di anni della concessione, i costi di ristrutturazione, i canoni di gestione, ecc.. Dubitiamo, vista l’efficienza dimostrata sulle Terme da almeno tre governi regionali e quattro Amministrazioni comunali, che questa possibilità possa realizzarsi. Ma a ben guardare sarebbe proprio questa la soluzione?
La nostra posizione è sempre stata quella di una tutela dell’intero patrimonio termale con la scelta, fatta secondo la legge, di un imprenditore, o di un gruppo di imprenditori, che potessero progettare una gestione integrata di tutti gli aspetti, sanitari, del benessere termale, ludici e commerciali, magari con il conferimento successivo delle singole gestioni a soggetti diversi specificamente professionalizzati anche locali, ma con un unico interlocutore e responsabile nei confronti della proprietà.
Senza nulla togliere alle aziende siciliane di una certa portata, e ve ne sono alcune già presenti nel nostro territorio, che hanno però una scarsa propensione al rischio rispetto alle Terme, dato che non hanno neppure provato ad interloquire con il governo regionale, siamo convinti che con formule diverse da quelle trite e ritrite che la Regione continua a proporre un pool di soggetti interessati ad una gestione trentennale potrebbero ritrovarsi.
Se invece si comincia lo spezzatino dove ognuno va per i fatti suoi sarà difficile continuare a ritenere le Terme la risorsa più strategica di Sciacca rispetto al suo sviluppo turistico. Siamo anche convinti che con il Recovery Fund si sarebbe benissimo potuta sfruttare l’occasione per la completa ristrutturazione delle due stazioni termali siciliane, Sciacca ed Acireale, ma non credo che ci fosse l’interesse; neppure l’Amministrazione Comunale ha con forza sostenuto questa possibilità.
Siamo convinti che tra qualche mese, a ridosso delle elezioni regionali, dal cilindro del Governo regionale uscirà qualche coniglio, magari si tornerà all’INAIL che darà la sua disponibilità (ma solo quella), oppure ci sarà qualche altra trovata, ma siamo convinti che tutto sarà come è stato fino ad oggi.
Armao & Musumeci guardano alle prossime elezioni; il primo con l’occhio nel versante nostro, il secondo in quello catanese. Ma il sempre assessore mai eletto, stavolta deve misurarsi col consenso. E la data man mano si avvicina.