Terzo mandato per i sindaci dei comuni fino a 15000 abitanti, no del M5S: “Diventano centri di potere”

SICILIA- Desta perplessità la norma, spinta da diversi sindaci, per consentire il terzo mandato per i sindaco dei Comuni fino a 15000 abitanti. Si tratterebbe di un tempo troppo lungo, quindici anni. Il M5S all’Ars si dichiara contraria a tale norma, sostenendo che “c’è l’altissimo rischio che venga impugnata dal Consiglio dei ministri, perché a livello nazionale il limite è di 3.000 abitanti. La Sicilia aveva già varato una deroga elevando questo limite a 5.000 abitanti e portarlo adesso a 15.000 è decisamente troppo”.

Nel nostro territorio, vicino Sciacca c’è Santa Margherita di Belìce il cui sindaco è Franco Valenti alla fine del suo secondo mandato.

In Sicilia, i Comuni fino a 15.000 abitanti rappresentano più dell’80% del totale. Per il M5S, “il vincolo dei due mandati serve proprio a non creare centri di potere nei Comuni e a favorire il ricambio politico e generazionale delle amministrazioni”.  Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Nuccio Di Paola insieme ai due componenti della commissione Affari istituzionali all’Ars, Gianina Ciancio e Salvatore Siragusa.

“Il terzo mandato era già un’eccezione – osservano i deputati – da applicare in quei Comuni in cui la ridotta popolazione non agevola il ricambio politico. Se, però, l’eccezione si estende alla stragrande maggioranza dei Comuni della Sicilia, diventa una regola e si discosta ulteriormente dalla norma nazionale, esponendosi chiaramente al rischio di un’impugnativa da parte del governo nazionale”.

Per il M5S, dunque, “la proposta rappresenta la soluzione sbagliata a un problema che effettivamente esiste: la disaffezione dei cittadini verso la politica. Sempre meno cittadini sono disponibili a candidarsi e a proporsi per le cariche istituzionali, ma questo problema non riguarda certamente solo i Comuni fino a 15.000 abitanti, ma tutti gli enti, e va affrontato diversamente. Non è certo consentendo sempre agli stessi di ricandidarsi che si supera l’ostacolo”, concludono Di Paola, Ciancio e Siragusa.