TERMINE: “SINDACO CINICO, NOI COERENTI E CONTRO OGNI SPARTIZIONE DI POLTRONE”

La distanza tra il sindaco Valenti e il movimento politico Mizzica è di anni luce. Nessun “papocchio” potrebbe mai ridurre la distanza abissale come spiega Il consigliere Fabio Termine nell’intervista rilasciataci. Il sindaco Francesca Valenti “ha giocato con la vita delle persone arrivando fine alla fine per dire possiamo pure bocciarlo questo bilancio, se ne vanno a casa e per me non è un problema. Lei è disposta a tutto pur di salvare la sua sedia. Non potevo assolutamente votare l’esecutività della delibera perché significava approvare il bilancio della Valenti. La mia uscita dall’Aula è la testimonianza che io non avallo la nuova fase, tutta da vedere, tra l’altro”.

Una seduta consiliare di 12 ore e piena di tensione. Quanto ha influito?

“Dodici ore di aula di ieri sono state contrassegnate da forte tensione. Io da tanti giorni parlo di un ricatto che Francesca Valenti ha adoperato per riuscire a farsi approvare il bilancio, portando a termine il ricatto. Ieri ci sono stati momenti molto delicati e ho avuto difficoltà a vivere quella seduta. Ho poco apprezzato l’intervento del consigliere Simone Di Paola quando ha detto che l’Aula si è riappropriata della sua funzione. Per me, invece, è successo il contrario perché riappropriarsi del ruolo di quell’Aula significa avere la libertà di manifestare il proprio giudizio complessivo su tutti gli atti che arrivano senza condizionamenti. Ieri, nessuno di noi ha  percepito di avere quella libertà. Ieri, quell’Aula, invece, ha segnato uno dei passaggi più tristi della storia politica saccense”.

Il suo è stato un intervento accorato, duro.

“Io, purtroppo, non riesco a contenere le mie emozioni. Nel mio intervento di ieri sono emerse tutte le emozioni del momento, le emozioni di uno che ha tentato fino alla fine di essere veramente coerente con le proprie posizioni, di portare il sindaco ad un ragionamento diverso”.

Quale?

“Quando c’è stata la sospensione, l’opposizione ha convocato il sindaco. Speravo che potesse mettere da parte poiché è davvero ingiusto che si costringa l’opposizione a votare un atto in cui non crede e che ha contestato. Quest’atto conteneva l’uso dell’imposta di soggiorno che io ho sempre contestato, la Tari che ho sempre contestato. E’ ingiusto da parte del sindaco pretendere che lo si voti perché lei ha perso i numeri per governare la città. Il ricatto di Francesca Valenti è stato messo in atto ieri con tutti i precari a guardare lo spettacolo e ad aspettare un unico risultato, ossia la loro stabilizzazione. Qualsiasi risultato diverso sarebbe stato deleterio per tutte le forze politiche presenti dal punto di vista umano. Significava lasciare a casa tante famiglie evitando di collocarsi nel mondo del lavoro. Questa valutazione, alla fine, io l’ho fatta, e non avendo nessun tipo di riscontro da parte del sindaco su un suo fallimento dell’azione amministrativa, e quindi anche la possibilità di potersi mettere da parte per evitare che le opposizioni potessero votare un atto non proprio e per dare stabilità alla città per i prossimi due anni e mezzo, pensavo che la Valenti potesse fare questa dichiarazione. Cosa, invece, che non ha fatto”.

Lei è stato critico con una parte del centrodestra.

“Io a differenza della parte del centrodestra che è rimasta in Aula (Bentivegna, Bono, Milioti e Maglienti), che poi ha continuato il ragionamento rispetto al fatto che si è parlato di azzeramento, sono andato via. Non credo che oggi sia un problema di persone, ma di metodo. Un metodo che non mi ha visto partecipe di questa coalizione né a primo turno né al secondo. Quindi io, ieri, ho deciso di uscire dall’Aula per mantenere le mie due posizioni, quella di sentirsi addosso la responsabilità delle 73 famiglie, e quella di non avallare il bilancio del sindaco che io contesto. Responsabilità che il sindaco non si è sentita addosso”.

Lei intravede nel sindaco una dose di cinismo.

“Si è visto bene ieri. La Valenti era disposta a tutto, anche a far perdere il lavoro ai precari, pur di rimanere attaccata alla poltrona di sindaco. Ha giocato con la vita delle persone arrivando fine alla fine per dire possiamo pure bocciarlo questo bilancio, i consiglieri se ne vanno a casa e per me non è un problema. Lei è disposta a tutto pur di salvare la sua sedia. Sono uscito dall’Aula per non votare quell’atto e nello stesso tempo consentire che potesse essere approvato con l’abbassamento del quorum. Non potevo votare l’esecutività dell’atto perché significava approvare il bilancio della Valenti. E’ stato giusto che l’abbia votato quella parte di centrodestra che è rimasta in Aula. Lo stesso centrodestra che, a parte invertite, qualche anno fa ha fatto la stessa cosa in occasione del carnevale quando ha fatto approvare il bilancio con gli stessi metodi e dinamiche. Quelle dinamiche che io ho contestato e che non si possono più avallare. Ieri l’ho voluto rimarcare perché penso che questa Aula avrà un senso quando recupererà la propria libertà. E un’Amministrazione che oggi è instabile difficilmente farà recuperare questa libertà. Almeno che la fase nuova annunciata dalla Valenti non porti nuovi sviluppi.  E’ chiaro che in questa fase nuova io non ci sarò”.

Lei fa come Ulisse che si è saldamente legato all’albero della nave per non essere tentato dal richiamo delle sirene.

“Non ritengo di dover far parte di questo tavolo perchè ho un progetto diverso da quello di Francesca Valenti. Tra le altre cose, io durante questi anni non ho fatto una guerra con la Valenti, ho portato le mie proposte e sono disponibile a confrontarmi su di esse non solo con il sindaco ma con chiunque. Ma non mi siedo in un tavolo con Francesca Valenti, né tratto con lei. Ieri, in sostanza tutto il dibattito non è stato sui precari ma su una “nuova fase politica”. Ieri i consiglieri comunali non hanno votato il bilancio soltanto per salvare i precari. Quello che è emerso dall’intervento del sindaco è che si è aperta una “fase nuova” concertata con chi gliela ha chiesta. Io non l’ho chiesta perché la “fase nuova” per me sarà quando non ci sarà più Francesca Valenti”.

Filippo Cardinale