Terme, solo unita la città può fare valere il proprio ruolo
SCIACCA. C’erano alcuni ex consiglieri comunali e c’erano i parlamentari. La classe politica locale si è riunita nel pomeriggio nell’atrio del palazzo municipale per un ennesimo momento di confronto sulle Terme, un incontro voluto dal sindaco per fare il punto della situazione e cercare quella unità d’intenti alla quale i cittadini non credono più dopo le scaramucce scaturite dalla marcia su Palermo e dalla rottura dei rapporti con il governo regionale che delle Terme detiene la proprietà.
I parlamentari Rino Marinello, Michele Catanzaro e Matteo Mangiacavallo hanno esposto la loro posizione, lo stesso hanno fatto con maggiore determinazione Fabio Termine e Salvatore Monte. Sono emersi le diversità di vedute, ma in fondo tutti hanno dato disponibilità a potere riprendere il discorso con la Regione, a sollecitare e stimolare quel governo regionale che ha le maggiori responsabilità sui ritardi nel processo di privatizzazione. Dalla riunione è emerso che l’amministrazione comunale ha scelto di adottare una forte protesta nel momento in cui ci si è accorti che a Palermo, da Musumeci ad Armao, non avevano le idee chiare su cosa fare, ma è anche venuto fuori che oggi Francesca Valenti e la giunta sono disponibili a dialogare con tutti ed a riprendere quel discorso interrotto con Musumeci.
Illuminante l’intervento dell’ex sindaco Lillo Craparo, che ha proposto di mettere in piedi un tavolo tecnico, una task force cittadina che parli di proposte e strategie e che ricomponga i rapporti. Ma saranno necessari altri incontri che non siamo caratterizzati dal solito atteggiamento di rivangare il passato, di individuare responsabili, di sottolineare gli errori strategici fatti. Il sindaco alla fine ha aggiornato i lavori, c’è bisogno di un altro incontro per pianificare una strategia comune. Ma se non ci si toglie la casacca della politica ci sarà ben poco da fare. Ed il rischio è che la cittadinanza si convinca sempre di più che la politica ha perso credibilità.