TERME, SEPARARE LE RESPONSABILITA’ DEL DISASTRO DALL’OBIETTIVO DI SALVARE LA RISORSA

Non può passare il messaggio che chi ha avuto responsabilità a causare il disastro resti impunito

Editoriale di Filippo Cardinale

Sulla questione che riguarda le terme saccensi, occorre separare due temi: quello delle responsabilità che hanno portato la risorsa termale al disastro e quello che ha come obiettivo di salvare la risorsa termale.

Partiamo dal secondo. Le attività termali sono state sospese per volontà dell’unico socio della Terme di Sciacca Spa, cioè la Regione che ha reputato di chiudere i cancelli poiché il bilancio annuale si chiude costantemente con una perdita media di circa due milioni di euro. La Regione ha inteso mettere un punto fermo in attesa che si perfezioni l’iter dell’affidamento in gestione a terzi delle strutture termali. E’ da 4 anni che si è in attesa del bando. Troppo tempo trascorso infruttuosamente.

Il sindaco Fabrizio Di Paola sta tentando di evitare il peggio proponendo una soluzione che la Regione dovrà esaminare. Lo farà, forse, a stagione estiva inoltrata, quando il “malato” sarà definitivamente morto. In tale contesto, in maniera immediata, a subire i primi danni sono i 64 lavoratori stagionali che sono rimasti a braccia conserte. Ieri hanno esibito i certificati elettorali invitando i politici a non farsi vedere. Forse la reazione è arrivata in ritardo e bisognava esprimerla già da parecchio tempo. E’ noto a tutti che le cose non vanno bene da anni. Prima o poi si è arrivati al capolinea. Del resto, Sciacca ormai subisce passivamente le continue erosioni di posti di lavoro. Basta dare uno sguardo ai casi più numerosi: Laterizi Fauci, Torre Macauda. Adesso, con molta probabilità, si aggiungerà il caso delle terme.

Passiamo al primo punto. Il disastro cui sono state spinte le terme non è certamente imputabile ad un disegno divino. E’ opera, invece, dell’uomo. E di fronte a tale disastro non si può certo passare un colpo di spugna e cancellare le colpe di chi tale disastro ha creato. Qualcuno dice che taluni fatti gravi, come il contenuto del verbale del collegio sindacale della Terme di Sciacca Spa, bisognava denunciarli successivamente. Non siamo d’accordo. Si è perso troppo tempo e il silenzio rende complici di chi ha contribuito al disastro delle terme. Semmai è il contrario. Se si fosse intervenuti in tempo, anni addietro, ci sdarebbe stato il tempo di rimettere in carreggiata la risorsa termale.

Il contesto vissuto dalle terme è la narrazione di una cronaca annunciata e da tempo nota a tutti. Un indizio non fa una prova, ma tanti si. E leggendo la storia degli ultimi 10 anni delle terme di Sciacca, prende corpo e sostanza quella opinione diffusa secondo cui il disastro attuale è figlio di un disegno non tracciato a caso. Non si può passare un colpo di spugna al danno procurato alla Città e alle terme. Allora, è giusto che chi ha sbagliato e chi si è reso responsabili degli errori paghi. Non possono pagare solo i lavoratori rimanendo senza lavoro. Si vada fino in fondo, e lo faccia chi ha il ruolo per svolgere tale compito.

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