TERME, RIAPPROVATO IN COMMISSIONE BILANCIO L’EMENDAMENTO “PAGA DEBITI”

Nino Dina: “La presenza del Commissario dello Stato era una garanzia. L’abolizione aumenta per noi i rischi e la necessità di fare attenzione, per evitare l’impugnativa postuma da parte del Consiglio dei ministri”

E’ stato riapprovato, pochi minuti fa, l’emendamento dell’esercizio provvisorio che stanzia un fondo da 800 mila euro da utilizzare “esclusivamente” per il pagamento dei debiti.

Pur cozzando con le morme comunitarie in materia di libera concorrenza, o “aiuti di Stato”, è spiegato che “la somma prevista nella norma è indispensabile per far fronte ai suddetti debiti societari in modo da evitare di procedere alla dismissione dei beni mobili e immobili che di fatto impedirebbe la privatizzazione della società”.

La società è con l’acqua alla gola e i creditori si stanno rivolgendo ad istituti di recupero crediti che potrebbero portare presto al collasso le ex Terme.

In particolare, come è spiegato nella relazione tecnica, l’Enel richiede entro 30 giorni il pagamento del conto di 207 mila euro; la Girgenti Acque entro trenta giorni deve ricevere 101.667 euro per la fornitura dell’acqua; la Serit, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps aspettano un saldo da 189.279 euro.

I debiti complessivi ammontano a 8 milioni di euro. Cifra che di fatto ha eroso parecchio il capitale sociale della Terme di sciacca Spa di € 14.500.000; una situazione assai grave che prevede conseguenze contemplate nel codice civile. Bisogna comprendere la reazione dei creditori che non saranno soddisfatti e che resteranno fuori dal “paga debiti” approvato in Commissione Bilancio dell’Ars. Una reazione che potrebbe generare o accelerare pignoramenti.

La verifica della legittimità dell’emendamento sarà cura degli appositi Uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo che è stata cassata la funzione del Commisario dello Stato. Il presidente della Commissione Bilancio Nino Dina: “E’ cambiato tutto: la presenza del Commissario dello Stato era una garanzia, visto che il vaglio era preventivo alla promulgazione della legge. L’abolizione in Sicilia di quel controllo aumenta per noi i rischi e la necessità di fare attenzione, per evitare l’impugnativa postuma da parte del Consiglio dei ministri”.

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