TERME, PROGETTO ALLACCIO FOGNARIO QUASI PRONTO. POI IL VIA AI MINIBANDI
Di Massino D’Antoni
I soldi ci sono (circa 100 mila euro), il progetto c’è. Insomma: stavolta forse ci siamo davvero. Sembra stia avendo seguito, infatti, l’impegno assunto nelle settimane scorse direttamente al nostro microfono dall’ingegnere capo del Genio civile Duilio Alongi al termine del sopralluogo congiunto (con Comune, Girgenti acque e Terme) nei luoghi in cui effettuare l’intervento atteso, quello che consentirà al liquidatore della Terme di Sciacca Spa Carlo Turriciano di “licenziare” i cinque minibandi per la gestione con il sistema dell’affitto di ramo d’azienda del patrimonio termale: uno per lo Stabilimento curativo, uno per Grand hotel e piscine del parco termale, uno per le piscine Molinelli, uno per il Caffè delle Terme e, infine, quello per le grotte vaporose di San Calogero.
La questione dell’allaccio fognario degli impianti termali sembra essere a buon punto, manca il via libera definitivo del funzionario, ma stavolta (anche se con le firme attese dagli uffici della Regione non abbiamo esperienze positive) le cose dovrebbero aver preso la giusta piega. Sindaco Di Paola dunque fiducioso della prospettiva che la questione dell’allaccio fognario abbia l’esito finale sperato, anche se sotto i riflettori resta solo la questione della durata dei minibandi. Da più parti infatti stanno venendo fuori delle perplessità in ordine alla durata prevista dell’affitto di questo patrimonio (due anni sarebbero considerati pochi).
Pensa che siano pochi il tour operator Antonio Mangia, che eppure non ha nascosto di puntare ancora ad una possibile gestione del Grand Hotel, certo di poter riempire le quaranta camere già dalla stagione in corso, e d’altra parte sembra davvero l’unico in grado di farlo, visto che ogni anno di camere ne riempie almeno ottocento, quelle del complesso di Sciaccamare. Sembrano pochi, due anni di gestione, anche al raggruppamento di professionisti di Sciacca (tra di loro c’è anche l’architetto Michele Ferrara) che ambisce ad ottenere la gestione delle stufe di San Calogero.
Tuttavia Fabrizio Di Paola invita tutti a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Siamo reduci da una trattativa difficilissima, credo che al momento l’interesse di tutti sia quello di ottenere la riapertura degli impianti, eventuali altre criticità saranno tutte affrontabili”. Sullo sfondo c’è una chiusura degli impianti termali che tra pochi giorni festeggerà (si fa per dire) il suo primo compleanno. Era il 6 marzo del 2015 quando la Regione chiuse tutto: stabilimento e Grand hotel, scrivendo la parola fine su una storia, quella delle Terme di Sciacca, che definire millenaria è poco, azzerando un patrimonio inestimabile e mandando a casa i lavoratori stagionali, dando vita ad una vertenza che è uno dei simboli dell’attacco frontale che la città di Sciacca subisce ormai da troppi anni.
L’obiettivo primario era, è e resta la riapertura delle Terme, anche perché se la cementificazione dei fanghi non c’è ancora stata sicuramente questa rischia di essere comunque dietro l’angolo. Obiettivo possibile più grazie all’azione della Commissione bilancio dell’ARS che a quella del Governo Crocetta e dei suoi più stretti collaboratori. Ma ormai siamo smaliziati, e abbiamo smesso di illuderci. Ora occorrono i fatti. E i fatti in questo caso saranno le ruspe al lavoro per effettuare l’allaccio fognario. Quelli che verranno dopo saranno i minibandi. Anche se, non è per mero pessimismo, noi continuiamo a temere che arriverà qualcun altro a mettersi di traverso per impedire a questa città di cercare di rivedere la luce.