TERME, PER ORA BASTA E SCIACCA TERME RISORGE, LA REGIONE HA 2 PESI E 2 MISURE A FAVORE DI ACIREALE

Le associazioni OraBasta e Sciacca Terme Rinasce pensano alla fese 2 del coronavirus, quella, cioè, che traghetta il Paese verso la ripartenza delle attività. Le due associazioni ricordano che “in piena emergenza coronavirus”, il Governo della Regione siciliana ha acquistato il patrimonio delle Terme di Acireale.

Le due associazioni erano intervenute su tale acquisto compiuto nella Sicilia “bloccata” dall’emergenza sanitaria. Ma avevano anche ricevuto una sorta di critica da parte del Comitato Civico Patrimonio Termale, circa  l’evidente disparità di trattamento tra le due stazioni termali delle città di Sciacca e Acireale. Disparità che le due associazioni avevano ben evidenziato.

La Legge Regionale n. 24 del 5 dicembre 2016 aveva previsto due diversi impegni finanziari e precisamente € 3.223.140 per la città di Sciacca ed € 15.676.860 per la città di Acireale.

In verità, già quella occasione sui diversi media locali, compreso il Corriere di Sciacca, si era evidenziato questa palese ingiustizia. Per Ora Basta e Sciacca Terme Risorge, risulta “ultroneo, oltre che certamente non utile, avere richiamato la citata legge regionale n. 24 del 2016 quasi si trattasse di una verità rivelata”.

Dalla verità storica, ampiamente documentata e ricca di carte, “dalle due parallele vicende emerge un dato certo, ossia che le Terme di Acireale hanno accumulato molti più debiti, quindi di avere gestito peggio. Pe le due associazioni, “ciò non comporta il dovere ricevere più soldi, e difatti si è resa necessaria la Delibera di Giunta Regionale n. 320 del 4/9/2019, di appena sei mesi fa, per poter mantenere in piedi questa forzatura. Un impegno economico quattro volte maggiore rispetto a quello
di Sciacca”.

Per dare una parvenza di lungimiranza di crescita della Sicilia e dello sviluppo termale, il Dipartimento dell’Economia dell’Assessorato Regionale, a fronte di un impegno finanziario così gravoso, ha ritenuto necessario procedere ad una preventiva analisi per «una programmazione turisticotermale che sostanzierebbe un vero e proprio programma di investimenti e vantaggio della collettività e dell’erario, che potrebbe giustificare, anche sotto il profilo della ragionevolezza, l’autorizzazione da
parte della Giunta alla compravendita», cioè all’acquisto con soldi regionali.

L’Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione, con il parere reso con nota prot. n.13648.80.11/2019 del 14/6/2019, cui cautelativamente il Dipartimento si è rivolto, ha confermato la necessità di una puntuale programmazione, ossia di un business plan, che è stato allegato alla Delibera di Giunta n. 320/2019.

Dunque, per Ora Basta e Sciacca Terme Risorge, “nulla vi era di scontato fino allo scorso mese di settembre in merito a quanto previsto dalla legge regionale n. 24 del 2016 e circa la prospettata disparità di trattamento tra le due città termali, rispetto alla quale invece vi è stato l’assoluto silenzio aggravato dalla dichiarazione dello stesso Comitato Civico quando riferisce nella sua nota stampa che “non c’è niente di nuovo” tranne che “questo niente di nuovo” conferma il suo perdurante silenzio su una così palese ed ingiustificata disparità di trattamento”.

Le due associazioni sottolineano che “contrariamente quindi a quanto riportato dalla nota stampa del “Comitato Civico” secondo il quale «la questione portata oggi alla attenzione dell’opinione pubblica” sarebbero “cose già decise e definite quattro anni fa”, si sottolinea che nel frattempo si sono succeduti diversi passaggi, quali la Delibera di Giunta Regionale n. 320 del 4/9/2019; il parere Ufficio Legislativo e Legale del 14/6/2019; stipula atto di vendita del Marzo scorso”.

Insomma, c’è tanto di nuovo sotto il cielo termale della Regione. “La disparità di trattamento difatti è stata sostenuta da uno sforzo progettuale regionale notevole, prima in termini di progettazione del business plan e poi in termini finanziari”, rimarcano le due associazioni.

E qui nasce il punto di domanda. “Allora chi bisogna ringraziare se Sciacca non è stata ritenuta meritevole di un proprio business plan di “programmazione turistico-termale” vantaggio della collettività e dell’erario?”

E quello per Sciacca sarebbe stato un impegno finanziario “di gran lunga inferiore ai quasi 16 milioni di euro di Acireale, cosa questa che peraltro avrebbe consentito di non frantumare il patrimonio termale e di evitare l’esclusione dell’ex Motel Agip, del Piccolo Albergo Monte Kronio ed altro”.

Dunque, le due associazioni hanno ragione nel rimarcare  che “ad oggi non si può sostenere e dire che «non c’è niente di nuovo».