TERME, OGGI ASSEMBLEA DEI SOCI. SENZA SOLDI NON SI PUO’ PROSEGUIRE L’ATTIVITA’

Pronti i distacchi dei contatori idrici ed elettrici. La situazione è diventata ancora più drammatica delle settimane scorse. Così non si può garantire l’inizio della stagione lavorativa

Oggi a Palermo si svolgerà l’Assemblea dei soci della Terme di Sciacca Spa. All’ordine del giorno un punto cruciale, quella della continuazione delle attività societarie. La situazione è diventata più drammatica di prima e la settimana prossima scattano i distacchi della corrente elettrica e dell’acqua.

Ma la voragine finanziaria è ben più ampia rispetto già alla pesantezze dei debiti con Girgenti Acque e Enel. Per pagare ambedue non basterebbero i soldi promessi, quegli 800 mila euro da dividere con Acireale. Qui la questione è gravissima. Per continuare le attività della società termale necessitano almeno 2 milioni di euro. Soldi che è difficile intravedere , specie con una Regione che raschia il barile giorno dopo giorno ed ha seri problemi di liquidità.

La questione è stata posta dal liquidatore Carlo Turriciano, il quale ha posto la questione senza giochi di parole. Anzi, va oltre. E all’ordine del giorno ci sarebbe anche la volontà del liquidatore a rimettere l’autorizzazione a proseguire le attività. Turriciano ha avuto l’incarico di liquidatore, dunque di procedere con le attività proprie del ruolo. La Regione, nel contempo, tempo fa lo ha autorizzato a proseguire le attività, con una veste aggiuntiva rispetto a quella di liquidatore. Ma le condizioni per proseguire non ci sono più. Almeno allo stato attuale.

Il bando non è ancora stato pubblicato. E, comunque, i tempi per completare tutta la fase della privatizzazione richiederebbero almeno due anni. Ammesso che arrivi qualche manifestazione di interesse da parte di privati. Oggi, allo stato attuale, rimarrebbe al liquidatore il compito di individuare i beni da vendere per far fronte alle richieste dei creditori. Una via che passerebbe necessariamente per il Tribunale civile. L’unica via di uscita sarebbe quella del passo indietro. Ritornare alla vecchia Azienda Autonoma delle Terme. Solo in questo modo la Regione potrebbe riversare soldi (ammesso che li abbia) per quasi 9 milioni di euro per ripianare i debiti senza incorrere nelle infrazioni comunitarie in tema di aiuto di Stato. Subito dopo si potrebbe ripristinare quel processo di privatizzazione, accelerando i tempi a mò di gara di Formula Uno.

Dal 2004 assistiamo ad un ventaglio di errori senza fine. In questi anni l’unica cosa azzeccata, pur con difficoltà, è stata la salvaguardia del personale con l’istituzione del ruolo unico ad esaurimento. Poi il nulla. Nessun passo avanti, a cominciare con i bandi di manifestazione di interesse da parte dei privati. E’ stata una lunga agonia, senza risoluzione della patologia.

Il tempo è trascorso inesorabilmente senza che esprimesse qualcosa di concreto. Solo passerelle e promesse. Roba vista e rivista. La politica non ha saputo cogliere la gravità della patologia e ricorrere a rimedi efficaci. Non è andata alla causa della malattia. Ha solamente prescritto delle pillolette palliative.

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