TERME: MISSION IMPOSSIBLE. ORMAI E’ DIVENTATO UNO SPORT, A CHI LE SPARA PIU’ GROSSE
Due soluzioni in pochi giorni, quella dell’Amministrazione comunale e quella dell’Ncd. Ma tutte e due sono extraterrestri
Sulle terme è iniziata una lotta, quella a chi le spara più grosse. Si prospettano soluzioni che, puntualmente, si scontrano con la difficile e complessa realtà termale. E’ evidente che l’argomento è pianeta sconosciuto a tantissimi, anche a coloro che praticano la politica. Dopo la proposta del sindaco Di Paola che avrebbe intravisto una soluzione con un connubio Comune-cooperativa dei lavoratori, ieri l’Ncd, quasi a ufficializzare la non applicabilità dell’ipotesi “DI Paola”, presenta una sua soluzione. Possiamo pure definirla Mission impossible 2.
Ormai, sulla vicenda delle Terme è sorto uno sport: chi le spara più grosse. Oggi, esaminiamo l’ultima “trovata” dell’Ncd. Ma ritorniamo anche sulla soluzione “Di Paola”.
La soluzione prospettata ieri dall’Ncd è quella di separare la gestione dei reparti di cura termale dalla gestione alberghiera: la prima sarebbe rimessa all’ASP, la seconda sempre alla sopradetta cooperativa di lavoratori. Proposta originale ma dai contorni indeterminati e fumosi e, sempre a nostro parere, di scarsa percorribilità. Infatti l’ASP dovrebbe gestire i reparti sanitari in forza di una convenzione con la Terme di Sciacca SPA (ricordiamo società in liquidazione) che è titolare non soltanto della proprietà delle strutture ma anche dell’accreditamento con il servizio sanitario nazionale, che consente di fruire delle cure termali con la sola presentazione della ricetta medica.
Le ASP da sempre, proprio come articolazione territoriale della Sanità, esercitano sulle stazioni termali, e quindi sulle Terme di Sciacca tutti i controlli amministrativi e sanitari. Quindi diventerebbe al tempo stesso controllore e controllato. Ma l’ASP gestirebbe anche le piscine? Che non sono soltanto normali piscine ludiche ma termali, in quanto l’acqua utilizzata è proprio quella termale. Ma la legge vieta all’ASP la gestione di strutture non direttamente connesse con i profili sanitari. E i reparti di cura interni al Grand Hotel delle Terme? E con quale personale l’ASP dovrebbe gestire? Non potrebbe assumere nessuno, medici, paramedici, altro personale, perché per legge tutte le assunzioni sono bloccate e ci vorrebbe quindi, come fu fatto per le Terme di Sciacca ed Acireale, una norma specifica; dovrebbe quindi utilizzare il personale sanitario e parasanitario proprio distraendolo dai compiti istituzionali nelle strutture ospedaliere e territoriali.
Mah! Ma al di là di questo la gestione dei reparti di cura presuppone dei costi di produzione (energia, risorse umane, organizzazione amministrativa, promozione, ecc.); ma può l’ASP, che ha già i suoi problemi nel gestire i livelli minimi di assistenza nelle strutture ospedaliere e territoriali della nostra provincia (oggi consorzio), imbarcarsi in questa avventura “imprenditoriale”?
Per la gestione alberghiera cooperativistica si richiamano le successive considerazioni.
Ritorniamo sull’ipotesi di una gestione congiunta delle Terme da parte di Comune e lavoratori. Questa suggestiva soluzione è a nostro avviso impercorribile, e per una lunga serie di riflessioni. Ne riportiamo cinque.
Prima riflessione. Mentre la Regione potrebbe stabilire una moratoria sui propri crediti nei confronti della Terme di Sciacca spa (applicando comunque interessi sul ritardo), non è chiaro che cose ne sarebbe dei debiti con i fornitori (ENEL. Girgenti Acque, Telecom, altri fornitori ecc.), dei debiti tributari, anche quelli con il Comune, degli altri debiti più o meno grandi, ed il pagamento di questi debiti di funzionamento sarebbe la condizione senza la quale non può partire nessuna gestione. Nessuna concreta spiegazione è stata data in questo senso da nessuno.
Seconda riflessione. La costituzione di una cooperativa tra i dipendenti. Ma per consentire la partenza della stagione 2015 (ed ormai siamo ad aprile) certamente non programmata, sono necessari diverse centinaia di migliaia di euro: chi dovrebbe fornirli? I lavoratori? Il Comune? Anche questa domanda è senza risposta.
Terza riflessione. Il Comune dovrebbe acquisire, secondo quanto è dato sapere, in comodato d’uso (cioè gratis), l’intero complesso termale (alberghi, stabilimenti, piscine, ecc.) dalla Terme di Sciacca SPA. Ma una società in liquidazione può dare in comodato d’uso gratuito i beni che sono poi quelli che rappresentano il suo capitale sociale? Ma questi beni non sono la garanzia dei creditori? Ipotesi tanto originale quanto impossibile sul piano giuridico.
Quarta riflessione. Ammesso che si potessero superare i problemi di cui alle riflessioni 1, 2 e 3, come potrebbe il comodatario, ossia il Comune, assegnare ad una cooperativa una gestione dei beni senza una gara? Potrebbero esserci altre dieci cooperative, o altri tipi di società, che potrebbero avanzare la stessa richiesta, ma soprattutto, una soluzione di questo tipo violerebbe le regole del codice dei contratti pubblici che presuppone procedure di evidenza pubblica.
Quinta riflessione. Qualcuno si è fatto il conto di quanti soggetti assumono, rispetto a questa seducente soluzione, tutte le responsabilità civili, penali, amministrative, contabili? Un bel numero, compreso il Consiglio Comunale che dovrebbe essere comunque essere chiamato a pronunciarsi. E con la soluzione “Ncd” anche dirigenti dell’ASP.
Allora se il problema è trovare le soluzioni più originali, quelle che stupiscono di più, il nostro giornale è pronto a lanciare un concorso: “Come le vuoi tenere aperte le Terme?”. Il premio? Un abbonamento alle piscine dei Molinelli che, se anche chiuse, possono essere utilizzate per i bagni di sole.