TERME, LA PROPOSTA DEL SINDACO DI PAOLA: COMUNE E LAVORATORI INSIEME A GESTIRE LA STRUTTURA
Lo ha comunicato oggi ai lavoratori termali. Un percorso pieno di mine che rischia di incidere sulla carriera politica del sindaco la lettera scarlatta
EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
La soluzione prospettata a Palermo e oggi riferita dal sindaco Di Paola ai lavoratori delle terme non ha precedenti e non è facile realizzarla. Sostanzialmente, i passaggi sono due, ma rappresentano un percorso irto di difficoltà, tecniche e burocratiche, ma anche giuridiche. In buona sostanza, l’obiettivo è quello di una gestione temporanea avulsa dalla situazione debitoria.
La Terme di Sciacca Spa non è in grado di seguitare la gestione delle attività termali e per tale motivo l’Assemblea dei Soci, su disposizione della Regione (Unico socio), ha deliberato la sospensione delle stesse.
L’idea partorita a Palazzo di Città, cercata dal sindaco Di Paola per evitare l’onta per Sciacca di non avere le Terme, è quella di chiedere in comodato d’uso alcuni immobili per potere svolgere l’attività in attesa della conclusione del processo di privatizzazione. Ma come fa il Comune a gestire un’attività termale della quale non ha esperienza? La seconda idea, che viaggia in parallelo con la prima, è quella di affidare (senza bando?) la gestione dell’attività termale e alberghiera ad una cooperativa costituita ad hoc dai lavoratori . La cooperativa sarebbe costituita dagli stagionali.
Rimane aperto il tema dei lavoratori inseriti nel ruolo appositamente istituito dalla Regione, a suo tempo con una legge. Questi lavoratori prestano servizio negli stabilimenti termali a “comando”. Quando prestano servizio all’interno dello stabilimento, il loro costo è a carico della Terme di Sciacca Spa. Sono pagati dalla Regione, la società termale deve stornare i corrispettivi alla Regione medesima. Tanto è vero che nel bilancio c’è un debito di circa 6 milioni di euro. Non è roba di poco conto poiché la Corte dei Conti ha riflettori puntati.
Gli 800.000 euro da spartire con le terme di Acireale non arriveranno mai (cosa che abbiamo scritto subito, quando alcuni politici esultavano sostenevano il contrario e si pavoneggiavano a suon di comunicati stampa). Fabrizio Di Paola e Calogero Bono hanno presentato una relazione alla Regione contenente i freddi numeri. La relazione vorrebbe dimostrare come alla chiusura degli impianti termali non corrisponda alcun risparmio per la Regione, costretta comunque a sostenere dei costi.
Intanto, il liquidatore Carlo Turriciano, deve osservare le norme sull’attività liquidatoria iniziata e quasi terminata. Turriciano ha delle precise incombenze da espletare, altrimenti va contro le norme del codice civile. Ma si schianterebbe anche contro quella della magistratura contabile.
La patata è assai scottante. L’ha presa in mano il sindaco. Mossa, questa, che sembra una trappola dagli effetti dirompenti. Sembra quasi una “liberazione” dalla parte palermitana, dirigenti e politici compresi. Il sindaco rischia seriamente di essere immolato sull’altare della inefficienza politica regionale. E’ una scelta che Di Paola ha deciso di assumere, consapevole dell’alto rischio. Ma soprattutto di portare nel suo bagaglio politico una sconfitta che avrà il peso di una lettera scarlatta.