TERME, LA PATATA BOLLENTE SIA TRASPARENTE
Innanzitutto precisiamo un punto inequivocabile. Quella riga inserita nella finanziaria regionale con la quale annota che “la Regione può dare in concessione i beni termali” al Comune non deve trarre in inganno. L’eventuale concessione non trasferisce la proprietà al Comune di Sciacca. Questo deve essere chiaro, e credo lo sia. Ma è necessario non creare illusioni ai saccensi.
Con l’eventuale sottoscrizione della concessione, la Regione passa la “patata bollente” al Comune. Perché è necessario che si sappia, a caratteri cubitali, che insieme alla concessione il Comune assumerà oneri. Diventa, infatti, il custode con tutto ciò che comporta. Ecco perché, prima di sottoscrivere la convenzione, il sindaco deve essere chiaro con la città, rendendo pubblica la bozza con tutti gli oneri, cavilli, condizioni. Soprattutto il tema che riguarda la manutenzione e la salvaguardia dei beni. C’è il serio rischio che il Comune si troverà assai appesantito da oneri che non può permettersi.
Altro tema scottante riguarda il famigerato bando di evidenza pubblica per l’affidamento della gestione a privati. L’esperienza del bando emanato una prima volta dalla Regione è stato un flop di colossale portata. Tanto è vero che ha attratto interesse alcuno.
Siamo fortemente convinti che l’elaborazione del bando debba necessariamente passare attraverso un advisor di caratura internazionale, coinvolgendo anche chi nel campo del termalismo ne sa qualcosa in più degli impiegati del nostro Comune, ossia la Federterme.
A noi pare che la Regione, con la ricca esperienza ampiamente dimostrata di insufficienze, superficialità, approssimazione, attraverso la concessione abbia trovata una comoda strada per passare la patata bollente nella mani del Comune. Comune che non è in grado manco di gestire un banale gazebo in piazza Friscia, o di tenere aperti i luoghi di interesse turistico-culturale.
Ecco perché il tema delle terme ha bisogno di essere illuminato con fari abbaglianti, di avere la massima trasparenza, ma soprattutto di essere presentato alla città non a cose fatte, ma in anticipo, affinché si sappia, urbi et orbi, ogni virgola del procedimento, della concessione e del resto. Siamo convinti che alla data del 31 luglio nulla succeda. Ma appunto perché nulla succede è assolutamente prioritario che si conosca con anticipo la bozza della convenzione. Se ciò non dovesse accadere, l’Amministrazione comunale si assume una pesantissima responsabilità.
Noi rimaniamo dell’opinione che la Regione debba subito affidare l’incarico ad un advisor di alto livello. Avrà il compito di predisporre il bando attraverso l’esperienza nel mondo dell’imprenditoria turistica-termale internazionale e pubblicarlo. Ogni altra via diversa da questa condurrà a tempi più lunghi e a risultati diversi da quelli di un vero rilancio e sviluppo della risorsa termale.
Noi abbiamo, sulla questione delle terme, sempre scritto e denunciato, prevedendo ciò che poi è accaduto, cominciando da quella scelta scellerata compiuta dall’ex assessore regionale Fabio Granata, quando, con fretta ingiustificata, accelerò la nascita della Terme di Sciacca Spa senza capitale e con 5 milioni di debiti fatti passare dall’Azienda Autonoma delle Terme nel bilancio della nuova società. Tutto finì per come sappiamo, inclusa la chiusura delle terme.
Sui prossimi passaggi è prioritario tenere i riflettori accesi, perché sulla risorsa termale è facile calamitare interessi dalle tonalità grigie o scure.
Filippo Cardinale