TERME, IL TUNNEL SI FA SEMPRE PIU’ NERO. E L’ORCHESTRA CONTINUA A SUONARE…

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

La questione termale merita una attenta riflessione, ma soprattutto è necessario che venga affrontata sulla scorta di una realtà che, purtroppo, viene velata o sottaciuta. La politica, quella che ha responsabilità derivanti dalla delega di rappresentanza ricevuta dagli elettori sia a livello regionale che nazionale, tenta a innacquare la drammaticità della vicenda scaricando colpe su altri.

Alla fine, né la politica né la classe dirigente regionale pagherà realmente per colpe che sono chiare e sono frutto di una palese insufficienza nel gestire la cosa pubblica.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto sul bando per la manifestazione di interesse per offrire in gestione ai privati le strutture termali. Abbiamo messo in risalto gran parte delle anomalie che esso contiene, consapevoli che sarà uguale al buco nell’acqua. Purtroppo la lunga esperienza nello scrivere un’impressionante quantità di articoli sulle terme ci ha portati ad avere ragione; non abbiamo sbagliato mai ad azzeccare quello che sarebbe successo sulla costruzione di errori su errori.

Oggi, siamo consapevoli che la questione termale si trovi ad un punto di non ritorno. Vediamo il bicchiere mezzo vuoto? No, vediamo la realtà che non intendiamo nascondere o innacquare. Ecco perché, pur apprezzando le raccolte di firme, le attività di sensibilizzazione da parte delle associazioni, riteniamo drammatico il punto in cui sono le terme. Fermo restando le buone intenzioni di chi promuove iniziative a difesa delle terme; ma non bastano. Sono utili, ma certamente non evitano il deragliamento del treno terme.

Deragliamento ormai inevitabile. Siamo più che preoccupati, anzi siamo terrorizzati pensando che non ci sono più margini per evitare il deragliamento. Ci scoraggiano le dichiarazioni dei politici che immaginano ancora che la Regione possa intervenire economicamente. Pura follia e pura incapacità di comprendere la reale situazione delle terme. La Regione non può erogare nessun contributo mirato a sanare le passività.

I debiti si pagano vendendo i beni, quei beni che sono oggetto del bando per l’affidamento delle strutture termali ai privati. La situazione economica della Terme di Sciacca spa è chiara: 8 milioni di debiti. Una cifra enorme che rappresenta il 55,17% del capitale sociale che ammonta a 14,5 milioni. Un dato, questo, che attiverebbe già una procedura prevista dal codice civile e che non lascerebbe margini di manovra alla Sciacca Terme Spa. Su otto milioni di debiti, due sono verso fornitori. Il Comune di Sciacca vanta crediti per 800 mila euro per tasse e tributi non incassati. Sei milioni di euro è la cifra che la Terme di Sciacca deve dare alla Regione. Si tratta di soldi per il personale, a tempo indeterminato, rimasto a lavorare alle Terme e che fa parte di quel ruolo unico ad esaurimento nato con una legge contorta all’inizio e poi emendata fino a renderla efficace.

Su questo debito qualcuno si illude possa essere considerata una partita di giro, o che potrebbe finire sotto l’alchimia di qualche formula compensativa. Rimane illusione. Si è di fronte una situazione ben chiara e delimitata dal codice penale, oltre ad attenzioni da parte della Procura della Corte dei Conti. In buona sostanza, di fronte un baratro, si tenta ancora di minimizzare una situazione drammatica.

L’unica via per sanare i debiti è quella di vendere beni che fanno capo alla Terme di Sciacca Spa. Un’operazione non facile e immediata. Ma attenzione, si tratterebbe di vendere beni che sono inseriti nel bando per la manifestazione di interesse per la gestione delle strutture termali da parte dei privati.

E’ un ginepraio incredibile. Siamo di fronte ad un baratro che non può essere fermato né da edulcorate lettere istituzionali indirizzate dal Comune alla Regione, né dalla raccolta di firme da parte di associazioni locali a cui sta a cuore la sorte delle terme. Né da promesse da marinaio profuse con enfasi da vari assessori regionali che sono passati da Sciacca a fare passerelle. Ogni giorno che passa segna con tonalità più nera la sorte delle terme, le quali non sono invincibili. Anzi, oggi la struttura termale è più che mai vulnerabile. E non illudiamoci del bando per la manifestazione di interesse che dovrà essere pubblicato. Malfatto com’è è probabile che nessuno manifesti l’interesse. E se ciò dovesse verificarsi, il nero della sorte delle terme sarebbe troppo pesto. Anzi, tombale.

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