TERME, IL SILENZIO DEI VIGLIACCHI
Editoriale di Filippo Cardinale
I saccensi sono piuttosto tolleranti, anzi posseggono di più delle due guance che madre natura ha dotato. E spesso tale dotazione è scambiata per eccessivo buonismo. Insomma, tradotto terra terra, al saccense si può fare di tutto, tanto ha sempre una guancia da porgere.
Il silenzio sulle terme è eloquente. Il silenzio dei vigliacchi, il cui massimo rappresentante sta nella Regione. Si attende una firmetta banale dal rivoluzionario, l’ultimo politico che ha stregato il popolo siciliano promettendo una Sicilia nuova, libera e beata. La Sicilia è peggio di prima, la rivoluzione ha funzionato solo per il cerchio magico del rivoluzionario che ha beneficiato di incarichi.
La vicenda delle terme – nei confronti della quale il nostro giornale è stato sempre chiaro evitando illusioni e delusioni, scrivendo in modo inequivocabile la realtà- è emblematica che la nostra Sciacca conta a Palermo quanto il due di picche quando la briscola è oro: meno di niente. Non abbiamo mai creduto alle varie soluzioni di salvataggio della stagione. Siamo stati chiari e abbiamo spiegato anche il perché. Ma siamo rispettosi di chi la pensa diversamente, siamo rispettosi del tentativo di evitare alla città la gogna della chiusura delle terme. La via per Damasco è lunga e consente efficaci conversioni.
Ciò che non tolleriamo è di essere prese presi per i fondelli. Su questo, alziamo scudi impenetrabili. E lo dimostrano i nostri editoriali. Il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha dimostrato di essere inadeguato al ruolo che riveste. Ma, peggio ancora, ha dimostrato la sua refrattarietà agli interessi di una collettività e di un intero territorio. Ha dimostrato di vivere sulle nuvole, lontano da una realtà che affonda la sue radici nell’alba della storia.
Non abbiamo mai creduto sui tempi, oltre che sui modi, per salvare l’attuale stagione termale. Chi ha intenzione di salvare getta il salvagente prima che il naufrago anneghi.
Ci dispiace molto per le decine di stagionali rimasti con un pugno di promesse e illusioni in mano. Non meritano, certamente, un trattamento così da vigliacchi. Sul lavoro non si scherza, sul destino di decine e decine di famiglie manco. Ecco perché usiamo l’aggettivo vigliacchi. Vigliacchi sono dirigenti e politici che nelle loro stanze dorate palermitane e con i loro stipendi da re guardano sprofondare le nostre terme.
Abbiamo sempre sostenuto, al di là dei modi, che i tempi non ci stavano. Lo ha detto, ieri, anche l’imprenditore Mangia. Non è necessario, però, essere imprenditori per capire quando i tempi sono stretti o le vie che si intendono percorrere sono tortuose.
C’è un dono che madre natura offre: l’intelligenza e la dignità di non essere presi per i fondelli. Noi ne siamo gelosi e lo custodiamo, mettendoci la faccia, spiegando la realtà dei fatti. Il tempo e l’intelligenza ancora stavolta ci hanno dato ragione. Abbiamo scritto nei giorni recenti che Sciacca ha “la propria crocetta” e il proprio “rosario lento a sgranarsi”. Rosario Crocetta ha lasciato il suo segno, dando un calcio alle nostre terme.