Terme, i punti critici del disegno di legge di riforma secondo il Comitato Civico Patrimonio Termale
SCIACCA- Il Comitato Civico Patrimonio termale, coordinato da Franco Zammuto, critica il disegno di legge di riforma del settore del termalismo. Ritiene che debbano essere approfonditi i 5 rilievi espressi dal Presidente di Federterme, Massimo Caputi. Inoltre, il Comitato ritiene che l’impianto normativo in materia di acque termali “appare formulato in modo molto generico e approssimativo, privo di un filo conduttore chiaro e lineare”.
Critica, il Comitato, anche la parte dove viene regolamentata “soltanto la concessione, a titolo oneroso ed a tempo determinato (massimo 30 anni)”.
Per il Comitato, nel testo normativo “viene sistematicamente omessa una specifica e ben definita indicazione riferita a fanghi e delle stufe naturali e artificiali ovvero a fanghi, sia naturali sia artificialmente preparati, muffe e simili, vapori e nebulizzazioni, stufe naturali e artificiali”.
E ancora altra critica: “Non viene normata la differenza tra stabilimenti termali – stabilimenti idroterapici – stabilimenti di cure fisiche ed affini. Al contrario si prevede che gli stabilimenti termali possano erogare prestazioni e trattamenti di carattere estetico o cosmetico, commercializzare prodotti non legati alle proprietà terapeutiche delle acque termali, esercitare attività sanitarie di carattere non termale. Tale previsione di miscellanea ci appare suscettibile di poter essere fonte di applicazioni contrarie a un autentico sviluppo del termalismo”.