TERME, I DUBBI DELLA CGIL. SI RISCHIA DI FARNE “L’ATAC DE NOANTRI”

“La notizia della convocazione da parte dell’Assessore Baccei del Sindaco di Sciacca per il prossimo 12 Settembre sulla “questione Terme” paradossalmente finisce col provocarci più inquietudine che gioia”. Esordisce così la nota della Cgil firmata dal segretario generale di Agrigento, Massimo Raso, e dal segretario cittadino, Franco Zammuto. La Cgil è convinta che “continua a regnare sulla questione parecchia confusione”, motivo per cui reputa necessario “l’avvio di un confronto ed un coinvolgimento ampio, reale e pubblico sulla vicenda”.

Questa la nota della CGIL che pubblichiamo integralmente per l’interesse riguardo il tema.

Le Terme sono ferme da 3 anni e gravi sono, a nostro avviso, le responsabilità politiche  del Governo della Regione e gestionali di chi avrebbe dovuto lavorare per dare concreta attuazione a quanto deliberato nel 1999 (!) colpe che, ovviamente, nessuno paga e sulle quali abbiamo presentato un corposo esposto alla Magistratura ordinaria e contabile. Noi davvero non vorremmo che dopo aver sperimentato 18 anni di errori e tentativi “ a vuoto”  da parte della Regione, si debba inaugurare  adesso la stagione dei tentativi  comunali ugualmente fallimentari!

Davvero siamo convinti che il Comune avrà maggiore capacità e fortuna della Regione nella ricerca, selezione e scelta di un partner privato per gestire questo immenso patrimonio?

Ma prima di andare avanti, saremmo curiosi di sapere: si è davvero  concluso il processo di riunificazione di tutti i beni e la liquidazione dei creditori? Non conosciamo nel dettaglio la posizione della nuova Amministrazione Comunale di Sciacca, ma riteniamo che prima di sottoscrivere impegni così vincolanti per il Comune (e che, invece, finiscono col liberare la Regione del problema) vorremmo ci fossa la massima chiarezza anche se il Comune dovrà sobbarcarsi costi dell’intera operazione.

A noi non sembra affatto utile questo  “ricominciare daccapo” da parte del  Comune, perché buttare a mare tutte le esperienze precedenti quando alcune di queste (penso a quella di “Sviluppo Italia Sicilia” del 2012)  avevano indicato alla perfezione l’iter da seguire e predisposto tutto il materiale propedeutico?

Il problema non è affatto tecnico (la predisposizione del bando) ma politico: occorrerebbe avere la capacità di parlare e “mettere attorno ad un tavolo” gli operatori nazionali ed esteri del mercato del turismo termale cui “offrire” questo pacchetto Terme (nella sua unicità), suscitare “manifestazioni di interesse” per poter scegliere tra quelle che presentano un “piano industriale” che maggiormente contempera le esigenze di lavoro e di sviluppo per questa nostra zona e comprendere quale livello di turismo si vuole intercettare.

Per fare questo non crediamo affatto che il Comune abbia più “appeal” della Regione!

A meno che, qualcuno non pensi che le Terme possano diventare l’”ATAC de noantri”, una municipalizzata carrozzone dove sistemare amici e parenti; una occasione per foraggiare le terze file della politica in incarichi e consulenze!

Le Terme, la loro riapertura, il loro rilancio, possono costituire uno straordinario volano occupazionale e di crescita, a condizione che sappiamo uscire dal piccolo cabotaggio e pensiamo in grande. Ai mercati dei Paesi emergenti, alle nuove economie alle quali vendere non solo un prodotto termale, sia pure della qualità che conosciamo, ma anche un’esperienza turistica di una realtà che si colloca nell’itinerario archeologico che conosciamo (tra Selinunte e Agrigento, passando per Eraclea); una realtà che è ad 1 ora tra Punta Raisi e da Birgi, ben collegata con Palermo e tutte le altre cose che conosciamo (dall’artigianato, al golf, dal clima al paesaggio passando per le specialità eno-gastronomiche…

Davvero dovrebbe essere così complicato rendere “appetibile” tutto questo?

Al punto in cui siamo e con le elezioni regionali alla porta il rischio è che tutto slitti a dopo o, peggio, che la questione diventi occasione di promesse elettorali e tutto questo non ci aiuterebbe.

Per questa ragione Le rinnoviamo l’appello: metta attorno ad un tavolo le grandi organizzazioni di rappresentanza delle forze economiche e sociali, affinché possa emergere una posizione comune e l’individuazione di una via d’uscita condivisa su una vicenda così importante.

Massimo Raso

Franco Zammuto