TERME, I DEPUTATI COME UN EPISODIO DE “LE PARROCCHIE DI REGALPETRA” DI SCIASCIA

Editoriale di Filippo Cardinale

Ascoltando gli interventi dei deputati che stamattina hanno partecipato all’incontro sulle terme, convocato dal sindaco Di Paola, non ho potuto fare a meno di ricordare un magnifico episodio scritto da Leonardo Sciascia nel libro “Le Parrocchie di Regapetra”. 

Lo cito, perchè è la fotografia di una realtà che dura nel tempo. Cambiano i luoghi, le occasioni, ma la sostanza rimane sempre e duramente la stessa. 

“…Una volta al circolo dei minatori venne un deputato nazionale, ascoltò i salinari, raccontavano miseria e l’onorevole chiudeva gli occhi come in preda a indicibile sofferenza, infine diede un calcio al tavolo dicendo che perdio, bisognava far qualcosa; dal tavolo cadde una lampada e andò a pezzi, l’onorevole promise grandi cose, ai minatori toccò comprare una lampada nuova….”

Da anni ascoltiamo il dolore di parlamentari, nazionali e regionali, assessori dei vari governi regionali che si sono succeduti nel tempo. Ognuno di loro si indigna, rimane sconcertato dal mancato sviluppo delle terme e della recente chiusura. Promettono, si impegnano…ma poi fanno come quell’onorevole citato da Sciascia. 

Ognuno che viene qui a mostrare “dolore indicibile” per la questione termale promette e nella foga rompe sempre qualcosa. Rompe la fiducia dei cittadini, rompe la speranza dei lavoratori, rompe la dignità della nostra Sciacca. Rompe lo sviluppo del nostro territorio. 

E non solo le loro promesse sono parole al vento come nella citazione di Sciascia, ma ognuno di loro non paga neanche la lampada fatta cadere e rotta nella foga. E come nella citazione, sono sempre i cittadini a pagare. 

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