TERME, GIA’ NEL 2010 LE PERDITE AVEVANO EROSO UN TERZO DEL CAPITALE SOCIALE. LO AVEVA VERBALIZZATO IL COLLEGIO SINDACALE
L’organo di controllo contabile invocava l’applicazione dell’articolo 2446 del codice civile. Perchè nulla è stato fatto?
A questo punto è irrinunciabile un’azione di chiarezza ed è urgente istituire quella commissione consiliare di inchiesta sulle Terme auspicata giorni fa dal consigliere comunale Filippo Bellanca.
Dimenticare è facile. Ma i documenti restano indelebili, basta solo consultarli per richiamare la memoria. In questi giorni, si è discettato sulla vicenda termale. Molti, specie quelli che gravitano nell’ambito della politica e che hanno responsabilità consistenti, si sono meravigliati e hanno tentato di lanciare salvagenti quando il naufrago non aveva più speranze. Nella relazione del sindaco presentata alla Presidenza della Regione, nella parte che fa una disanima contabile, mancano gli anni 2006, 2007, 2008. Anni in cui la neonata Terme di Sciacca Spa iniziava produrre perdite d’esercizio.
Per rinverdire la memoria, riportiamo uno stralcio della relazione del collegio sindacale del 17 giugno 2011 e riferita al bilancio 2010. La relazione è firmati dai componenti del collegio sindacale Amedeo Di Stefano, Giuseppe Venezia e Leonardo La Rocca. Lo stralcio che riportiamo è nelle pagine 6 e 7 della suddetta relazione.
Questo Collegio, pur esprimendo un giudizio di merito positivo sui risultati raggiunti dall’Amministratore unico nella gestione, non può non attenzionare l’ingente risultato negativo che, alla luce anche delle perdite subite nell’anno 2006, per Euro 475.739, nell’anno 2007, per Euro 373.872 e nell’anno 2008, per Euro 883.151 e nell’anno 2009, per Euro 3.256.388 ha ridotto il capitale sociale di oltre un terzo. In tal senso l’art. 2446 – Riduzione del capitale per perdite – testualmente cita:
“[1] Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli amministratori o il consiglio di gestione, e nel caso di loro inerzia il collegio sindacale devono senza indugio convocare l’assemblea per gli opportuni provvedimenti. All’assemblea deve essere sottoposta una relazione sulla situazione patrimoniale della società, con le osservazioni del collegio sindacale o del comitato per il controllo sulla gestione. La relazione e le osservazioni devono restare depositate in copia nella sede della società durante gli otto giorni che precedono l’assemblea, perché i soci possano prenderne visione. Nell’assemblea gli amministratori devono dare conto dei fatti di rilievo avvenuti dopo la redazione della relazione.
[2] Se entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l’assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate. In mancanza gli amministratori e i sindaci o il consiglio di sorveglianza devono chiedere al tribunale che venga disposta la riduzione del capitale in ragione delle perdite risultanti dal bilancio. Il tribunale provvede, sentito il pubblico ministero, con decreto soggetto a reclamo, che deve essere iscritto nel registro delle imprese a cura degli amministratori. [3] Omissis…………..” E’ compito del Collegio vigilare sul rispetto del sopra richiamato art. 2446 del Cod. Civile.
La relazione è abbastanza chiara e ogni commento appare superfluo. Se poi si aggiungono le perdite relative agli anni 2011 (€ 2.078.983), 2012 (1.990.324), 2013 (1.988.715), la situazione diventa ancora più drammatica. Ma attenzione, le perdite dal 2006 al 2008 nella realtà contengono cifre diverse da quelle scritte in bilancio. Non erano, infatti, state messe le poste per il personale del ruolo unico speciale. Somme che sono a carico della Terme di Sciacca Spa. La non iscrizione dell suddette somme in bilancio fu evidenziato per iscritto dall’amministratore unico Carlo Turriciano.
Non far perdere le Terme saccensi è un dovere prioritario, e l’unica soluzione è quella di affidarle ad un privato di provata esperienza e consolidata presenza nel mercato. Ma ciò non significa gettare un velo su chi ha avuto responsabilità a vario titolo e livello.
La città e il territorio devono sapere le vicende che hanno caratterizzato la vita della Terme di Sciacca Spa, dalla sua nascita (2006) fino ad oggi. L’epilogo così drammatico che ha colpito la risorsa termale non può essere sottaciuto, né la politica può far finta di nulla.
E’ anche il caso che sulla vicenda, ormai così di dominio pubblico, si faccia chiarezza anche sulla via giudiziaria.