Terme di Sciacca e Acireale: “Spesso terre di conquista”

SCIACCA. Continua la narrazione sulla storia delle Terme di Sciacca e di Acireale da parte del professore Rosario Faraci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università degli Studi di Catania, che tiene gli insegnamenti di Principi di Management, Marketing, Innovation and Business Models. È delegato del Rettore aIl’Incubatore di Ateneo, Start-up e Spin-off, presidente del comitato scientifico di Start Cup Catania e consigliere nazionale dell’associazione PNI Cube. E’ stato Visiting Professor di Strategic Management alla University of Florida. È giornalista pubblicista dal 1987.

Oggi il secondo articolo sul giornale Focus Sicilia (https://focusicilia.it/terme-di-sicilia-associazione-laltra-sciacca-spesso-terre-di-conquista/). Il professore concluderà con un articolo prettamente economico-finanziario sulle due realtà, ma anche con una prospettiva di soluzioni.

Nell’articolo di oggi, Faraci intervista il commercialista saccense Pietro Mistretta, presidente dell’associazione l’AltraSciacca. Un’associazione che è stata la prima a assumere iniziative; associazione che ha avuto nel Corrieredisciacca un corposo sostegno.

—————— Di Rosario Faraci 

“La storia delle due realtà termali, così miseramente abbandonate a se stesse, sono l’emblema del menefreghismo della politica ma anche dell’indifferenza di parte – la maggioranza, purtroppo – dei cittadini che non hanno capito l’importanza della risorsa e del suo grandissimo valore economico/ territoriale”, dice Pietro Mistretta, che aggiunge: “In effetti, pur essendo dinanzi agli occhi di tutti lo sfacelo delle Terme di Sciacca e di Acireale, sembra che la questione sia sempre di minore interesse per l’opinione pubblica siciliana. L’esperienza di Sciacca – precisa Mistretta – nasce da un impegno costante dell’associazione di promozione sociale L’Altra Sciacca, di cui dopo 13 anni sono ancora il presidente, e si è protratta nel tempo quasi isolata, tentando per diverse volte di coinvolgere e sensibilizzare i cittadini. Poi, considerati l’importanza e il coinvolgimento di altre realtà civiche cittadine (associazioni, sindacati, comitati), si è pensato di costituire un comitato civico patrimonio termale che le raggruppasse”.

Ma per fare esattamente cosa, siamo curiosi di sapere?
“Sulla scia del Forum Permanente delle Terme di Acireale, si è realizzato anche a Sciacca un luogo virtuale, Terme di Sciacca Quo Vadis, dove confrontarsi e inserire le varie vicende (leggi, articoli, commenti e adesioni) di chi, lentamente ma progressivamente, ha compreso l’importanza di fare rete. In questo, ad onore del vero, debbo ringraziare il Corriere di Sciacca, quotidiano on line diretto da Filippo Cardinale, che mi ha permesso di conoscere la realtà del Forum di Acireale”.

Sciacca ed Acireale, due città accomunate da un medesimo destino. Città turistiche di mare, città del Carnevale e città delle Terme chiuse. C’è però un distinguo e Pietro Mistretta ci tiene a puntualizzarlo.
“Le due realtà, Sciacca e Acireale, sono diverse e con una storia diversa. Vicende che si sono accomunate con la legge regionale n. 11/2010 ma che hanno avuto due percorsi distanti e distinti. Acireale, con un fermo strutturale che perdura nel tempo e risale a ben prima di quello che in effetti ha decretato la chiusura dello stabilimento di Sciacca, ma con una differenza sostanziale circa i ”tentativi” di dar corso alla privatizzazione. A Sciacca sono stati diversi, anche se miseramente falliti, mentre ad Acireale di fatto non è mai iniziato un vero percorso di privatizzazione, pur avendo la Regione Siciliana creato due società partecipate ad hoc”.

Ma il ruolo della politica, qual è? È mai possibile che i parlamentari regionali siano balbettanti in materia di termalismo?
“Spesso, forse troppo spesso, le Terme sono state “terreno di conquista” o scontro politico o, peggio ancora, serbatoio di posti in cui collocare propri adepti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è disarmante. Anche oggi, con persone diverse e con ruoli alternati, si cerca di “cavalcare” la questione Terme, adottando subdolamente l’arma della promessa imminente dello spostare in avanti i termini per soluzioni che potrebbero essere obiettivamente valide. Delle istituzioni non se ne può fare a meno. Delle passerelle, dei buoni propositi inconcludenti e delle famose promesse da marinaio, francamente ne possiamo fare a meno e oggi, dopo oltre 10 anni, ci siamo anche stancati”.