TERME, DI PAOLA HA PREDISPOSTO DOSSIER. “ECCO QUELLO CHE LA REGIONE NON HA FATTO”
150 pagine di lettere, verbali, incontri e audizioni
Il sindaco Fabrizio Di Paola ha predisposto un dossier sulle Terme di Sciacca. Il documento è pubblicato sul sito del Comune di Sciacca ( www.comunedisciacca.it) , in un apposito link denominato “Dossier Terme di Sciacca” .
“Ho ritenuto utile predisporre un dossier sulle Terme di Sciacca e di renderlo pubblico – spiega il sindaco – a beneficio dei cittadini e di chi verrà ad amministrare la città per avere un quadro chiaro e una visione precisa sugli interlocutori, con la memoria di quello che è stato e di quello che si dovrà fare”.
Il dossier è di oltre 150 pagine e contiene atti che illustrano quanto accaduto dal 2012 al 2017, con tutti i più importanti passaggi, dal governo “Lombardo” al governo “Crocetta”.
Ildossiere contiene lettere, verbali, che danno conto dell’attività compiuta, con incontri alla Regione e a Sciacca, audizioni in Parlamento e tanto altro.
“In questi anni- evidenzia Fabrizio Di Paola- è stato fatto più di quanto era nelle nostre possibilità per le Terme, patrimonio di Sciacca la cui proprietà, purtroppo, non appartiene alla Città. Un’opera continua, incessante, contro una Regione Siciliana per lungo tempo sorda, che solo nell’ultimo anno ha avuto un sussulto, imboccando una strada più volte sollecitata in ogni sede, in ogni occasione, con ogni mezzo”.
Ovviamente, il dossier risalta la fase più negativa della vicenda, la decisione dell’assemblea dei soci delle Terme di Sciacca, datata 6 marzo 2015, con cui si deliberava la chiusura di tutte le attività produttive.
“Prima di quella data, c’era stata un’azione per la valorizzazione e il rilancio del termalismo, con l’indizione del bando che non ebbe l’esito sperato per difetto di pubblicità”, aggiunge Di Paola.
“A partire dal marzo 2015, – prosegue il sindaco – l’azione si è trasformata in uno scontro continuo con il governo e le strutture burocratiche della Regione Siciliana. Come avevo detto lo stesso giorno della deliberazione dell’assemblea dei soci, assunta a sorpresa e all’insaputa della Città e delle sue Istituzioni, la chiusura si è rivelata un grave errore. Appresa per caso la notizia, nella tarda mattinata del 6 marzo 2015 mi rivolsi al presidente Crocetta contestando aspramente la deliberazione e affermando che la chiusura avrebbe provocato un danno enorme all’economia del territorio, all’occupazione, all’indotto, all’immagine della città di Sciacca, con l’ingente patrimonio destinato a degradarsi. Nel contestare ripetutamente tale decisione, si è altrettanto ripetutamente chiesta la riapertura delle strutture con l’affidamento provvisorio della gestione, tramite cosiddetti mini bandi, a imprenditori del settore turistico. Ma non c’è stato nulla da fare. Ho coinvolto i parlamentari della zona, commissioni parlamentari, percorso ogni strada possibile. Incontri su incontri, per far capire l’importanza delle Terme non solo per Sciacca e il suo territorio ma per l’intera Sicilia. Si è riusciti a realizzare la nuova condotta fognaria, a suscitare l’interesse di imprenditori locali e a fare incardinare ed approvare una legge che vedrà il coinvolgimento diretto del Comune di Sciacca. Siamo in questa fase. E bisogna, con la conoscenza e la consapevolezza di quello che è accaduto, continuare a vigilare e a continuare a svolgere un’azione attenta e attiva”.