Terme, “campa cavallo che l’erba cresce”: i punti oscuri della delibera di Giunta Regionale

SCIACCA. Di Filippo Cardinale

Non siamo di quelli che praticano il simpatico gioco del “Vola vola” e l’immensa mole di articoli ed editoriali scritti sul nostro giornale lo dimostra. Quel simpatico gioco mi ricorda la mia fanciullezza quando si dovevano battere le mani nell’affermare che l’animale pronunciato da chi conduceva il gioco volava in quanto dotato di ali. “Vola vola il gabbiano!”, e si battevano le mani. “Vola vola la farfalla!”, e ancora battiti di mani. La risposta era giusta. Man mano, il ritmo dell’elencazione degli animali si innalzava sino al punto critico, “vola vola lu sceccu!” Nella foga del ritmo spesso si battevano le mani riconoscendo all’asino una dote che non è nella sua natura di quadrupede.

Noi allo sceccu che vola non crediamo. Non sono articoli, quelli che abbiamo pubblicati nel tempo, che dimostrano la dimestichezza del copia e incolla di comunicati della politica al cui contenuto non solo non abbiamo mai creduto, ma siamo stati da contraltare demolendo il castello delle fantasie e le reggia degli errori con argomentazioni che sono sempre state (purtroppo) rivelatrici della verità. Non siamo “termologi” dell’ultima ora, insomma, e abbiamo offerto ai nostri lettori un ventaglio di fatti che hanno dimostrato, e continuano a dimostrare, l’enciclopedia degli errori che la classe politica regionale e quella dei super pagati burocrati, specie dal 2005 in poi.

Per dare ancora maggiori occasioni di riflessione ai nostri lettori, ritorniamo sulla Delibera di Giunta regionale n. 207 del 14 maggio scorso avente per oggetto “Terme di Acireale e di Sciacca – Lavori di urgente manutenzione straordinaria”. 

E’ necessario tornare sulla deliberazione della Giunta Regionale  per approfondire alcuni punti e, soprattutto, per capire quanto questa possa ritenersi efficace rispetto al problema delle Terme di Sciacca.  Nella motivazione deliberazione si legge che il Dipartimento finanze e credito dell’Assessorato all’Economia, competente rispetto alla questione delle Terme, si è “costantemente dedicato alla risoluzione di numerose e preesistenti problematiche” dei diversi beni delle terme di Sciacca, per la “risoluzione delle difformità catastali”, nonché si è attivato rispetto al “degrado strutturale” ed alla “situazione di grave pericolo per la pubblica incolumità”.

Lasciateci dire che queste premesse non ci convincono, perché se non si fosse adottata la scellerata scelta della chiusura totale nel 2015 le manutenzioni sarebbero proseguite ed in ogni caso dal 2017, data di nascita del nuovo Governo (quello che ha chiuso le terme targato centrosinistra e presieduto da Crocetta, detto Saro, poi rifugiatosi a Tunisi a godersi le delizie della retrospettiva) tutto è rimasto com’era, compresa l’infinita liquidazione.

A questo punto la deliberazione della Giunta ha fissato un programma in 3 punti, non dandosi però alcun limite temporale se non quello di arrivare “in tempi brevi” alla definizione, badate bene, “di un percorso di valorizzazione ed avvio funzionale del complesso termale di Sciacca”, previa l’individuazione del fabbisogno finanziario.

I punti sono 3 come detto: il primo la definizione della catastazione e l’assunzione in consistenza dei beni, il secondo l’individuazione e la progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria ed il terzo la valutazione della dotazione impiantistica e gli eventuali interventi di messa a norma.

Che significa percorso di valorizzazione ed avvio funzionale del complesso termale di Sciacca, proposizione poi riportata nel dispositivo della deliberazione?  Certamente la “esecuzione di interventi strutturali urgenti ed indifferibili”, perché questa azione è riportata nel dispositivo della delibera, ma nulla si dice sull’aspetto più importante ossia quello della gestione.

Le due cose avrebbero dovuto essere condotte parallelamente e con lo stesso impegno, perché per arrivare alla definizione degli interventi, oltre alle attività preparatorie previste dalla delibera, ci vorrà tempo, molto tempo (progetti realizzati, approvati dai vari organi, gara pubblica per aggiudicare i lavori, esecuzione dei lavori, collaudo, ecc.), per cui individuare gli imprenditori per la gestione – sempre a mezzo di procedure ad evidenza pubblica – fissando l’inizio della gestione alla fine dei lavori, si sarebbe guadagnato tempo.

Come abbiamo fatto da sempre verificheremo la bontà di questi buoni propositi.